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Sportmediaset: Miccoli-show, rosa da Champions

Seconda sconfitta consecutiva per il Milan. tre punti che sanno di Champions per il Palermo: lanticipo serale della 35.ma di Serie A viene vinto dai rosanero con il punteggio di 3-1. Partita in.

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Seconda sconfitta consecutiva per il Milan. tre punti che sanno di Champions per il Palermo: lanticipo serale della 35.ma di Serie A viene vinto dai rosanero con il punteggio di 3-1. Partita in discesa per i siciliani, già avanti di due gol al 18: prima segna Bovo, su azione dangolo (8), poi raddoppia Hernandez approfittando di un errore difensivo rossonero. Seedorf accorcia al 55: ma Miccoli, migliore in campo, chiude i conti al 69. LA PARTITA Un tacco nel vuoto di Ronaldinho, una palla recuperata in assoluto relax dal Palermo dai piedi di Seedorf in passeggiata. Ancora prima di attaccarsi alle assenze, allemergenza impossibile da sostenere in presenza di troppa ruggine, si era capito da questi due eventi, circoscritti nei primissimi minuti della partita, che Palermo-Milan sarebbe andata a finire nellunica maniera possibile, vale a dire con la vittoria dei padroni di casa. Perché il calcio è scienza inesatta: ma anche limprevedibilità, su un campo di pallone, ha dei limiti. Le difficoltà, si dice, dovrebbero stimolare: il Milan, invece, si è lasciato ormai andare alla corrente della mancanza di obiettivi, della sfortuna (ma è solo quella?) degli infortuni a catena, di una situazione tecnica molto incerta. E lapproccio alla partita dei giocatori più tecnici e prestigiosi che Leonardo è riuscito a presentare in campo lo ha detto chiaramente. Il Palermo, che invece di stimoli ne aveva, eccome, si è ritrovato in mano la partita senza nemmeno pagare un pedaggio sotto forma di lotta, di fatica fisica. Otto minuti, ed ecco il gol su palla inattiva. Altri 10 minuti, ed ecco il secondo gol consegnato come una pizza a domicilio dalla retroguardia rossonera in cui Oddo è difensore più scentrato che centrale e Zambrotta è perfetto partner dellex-laziale per un "duo malinconia" che tutto può evocare meno che le felici notti del mondiale 2006. Sono loro gli eroi alla rovescia del micidiale uno-due rosanero, prima non marcando sul calcio dangolo (gol di Bovo) e quindi gestendo orrendamente una palla sulla fascia destra (Miccoli crea, Hernandez silura). I rosanero, ovviamente, si mettono a controllare lo sterile possesso palla milanista - lento, prevedibile e presuntuoso specie in Clarence Seedorf - e ripartono con la corsa di Nocerino, la talentuosa regia di Pastore, i velenosissimi sprint di Miccoli. La scossetta dorgoglio del Milan produce un paio di sassate da fuori di Pirlo (bravo Sirigu) e Seedorf e una palla-gol in mischia per Huntelaar, che spara da pochi metri in bocca al portiere dei siciliani. Venti minuti di ripresi servono al Milan per illudersi: Seedorf trova il gol dell1-2 dopo uno scambio centrale con Ronaldinho, il Palermo, abbassandosi molto, consente ai rossoneri un possesso di palla che porta fino alle soglie dellarea avversaria. Poi, da lì in poi, il terminale é Huntelaar: certi movimenti, certi controlli fanno davvero riflettere sul ruolo di "stella incedibile" che gli è stato assegnato da Galliani. I rosanero, nel frattempo, rifiatano: e Delio Rossi inserisce altra qualità con Cavani, che prende il posto di Hernandez. E davanti, cè sempre Miccoli: appena la squadra torna ad assecondarlo, il folletto salentino rimette il Milan al suo posto segnando un 3-1 con la specialità della casa: stop sul centro-sinistra dellarea e tiro a giro sul secondo palo. Un altro tipo di palo è Oddo, che osserva il tutto da rigorosa distanza. Un "prego si accomodi" che però è di tutto il Milan, che si ammoscia completamente, che perde ogni parvenza di squadra. Pastore e Cavani sfiorano lumiliante poker, evitato da Dida, alle sue parate milaniste. Inzaghi, entrato sul 2-1 al posto di Zambrotta, inietta altra malinconia inciampando sul pallone del possibile 2-3. E forse questa limmagine da fermare e da corredare con una didascalia: caro Milan, ora non si può più davvero sopravvivere con gli eroi del passato. E prima di pensare al futuro, in ogni caso, bisognerà fare un ultimo sforzo di unità per non rovinare proprio alla fine un campionato che meriterebbe un applauso finale da dividere con chi, nonostante tutto, è riuscito a condurlo: Leonardo. Andrea Saronni Fonte: Sportmediaset