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ROSSI VS. ZAMPARINI ATTO III – IL TECNICO PIÙ AMATO PUÒ AFFOSSARE IL PALERMO E CONSUMARE LULTIMA VENDETTA SUL PRESIDENTE

Di Calogero Fazio.

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Di Calogero Fazio

LUI, LEI, L’ALTRO – Era un matrimonio che mai nessuno avrebbe pensato di poter mettere in discussione quello tra Zamparini e la piazza palermitana. Non che quegli anni fossero stati ricchi di successi e trofei, ma erano comunque i migliori della storia del club e il patron friulano era diventato un vero e proprio super eroe per il popolo rosanero. Poi si fece avanti lui, l’altro. Delio, l’uomo giusto arrivato al momento giusto, capace di conquistare Lei, la piazza palermitana, da sempre tra le più belle, calde e passionali d’Italia. E così, tutto ad un tratto, il presidente nel cuore di molti tifosi diventava l’altro, quello che con i suoi rimbrotti e le sue dichiarazioni pepate metteva in discussione il nuovo idillio d’amore tra la piazza e il tecnico. Ma Zamparini non è tipo da stare a guardare mentre ad altri vengono attribuiti gli onori che sono, innegabilmente, anche suoi.

STORIA DI UN AMORE – Delio Rossi arriva a Palermo nel novembre del 2009. La società ha bisogno di qualcuno che sappia valorizzare un manipolo di giovani campioni ancora inesplosi e dato che Zenga durante la sua breve e discussa parentesi in rosanero si era perso tra il dire e il fare, Walter Sabatini pensa subito a Delio Rossi, padre e tecnico allo stesso tempo, sempre prodigo di buoni consigli verso i suoi ragazzi. Bastano un paio di partite ed è subito calcio spettacolo. La squadra torna a divertire e a far punti, con in sella il tecnico romagnolo nessun traguardo sembra precluso, ma la sorte gli è avversa e il quarto posto sfugge per una manciata di punti. In Champions va la Samp ma il pubblico, giorno dopo giorno, ama sempre di più il suo tecnico: è lui il nuovo idolo della Palermo sportiva. Un amore ricambiato, che per una volta sembra destinato a durare nel tempo.

PERDERE L’AMORE – Purtroppo le frizioni con il presidente Zamparini non tardano ad arrivare. Divergenze sul piano tecnico ma anche caratteriale, che finiscono per ritorcersi contro la squadra tarpando inevitabilmente le ali al Palermo. Gli acquisti non sono stati all’altezza delle cessioni e le troppe ingerenze del numero uno di Viale del Fante non sono d’aiuto, così il Palermo è presto estromesso dalla lotta per un posto in Champions League. Le tante polemiche culminano con l’umiliante 0-7 contro l’Udinese e con un esonero discusso che segna la prima seria frattura tra Zamparini e il pubblico palermitano. Si tratta di una decisione non condivisa da buona parte della tifoseria rosanero, che si schiera a spada tratta con il tecnico e dà la colpa al presidente che invece di rinforzare la squadra a gennaio ha preso solo un paio di giovani sloveni. Il cambio tecnico è controproducente, così Zamparini torna sui suoi passi: c’è ancora spazio per un epilogo dignitoso. Il “Delio Rossi Bis” rafforza ancor di più il sentimento di affetto tra il tecnico e la tifoseria palermitana, che nell’esodo dei 35.000 di Roma può dirsi doppiamente sconfitta: non solleva la meritatissima Coppa Italia e nella stessa notte perde di nuovo il proprio beniamino, che si congeda dal “suo” pubblico con gli occhi lucidi e lo sguardo perso nel vuoto.

COME IN UN INCONTRO DI PUGILATO – Il rapporto è ormai logoro e l’addio è pressoché scontato, ma la rinascita è difficile per entrambi. Rossi rimane senza panchina e Zampa si affida a Pioli, nella speranza che questi possa non far rimpiangere il suo predecessore. Il precampionato è pessimo, così il patron friulano tenta l’impossibile: prova a richiamare ancora una volta il buon Delio a salvare la baracca. Le ferite sono ancora aperte, forse insanabili, e la risposta è un “No” secco ma comprensibile: “Io e Zamparini abbiamo un’idea troppo diversa di quale sia il ruolo di un allenatore dice Rossi dopo il grande rifiuto, ma qualche tifoso si sente tradito. Il primo round della sfida con Zamparini va al tecnico romagnolo, che sventola al suo ex datore di lavoro un clamoroso rifiuto. La rivincita però Zampa se la prende qualche mese più tardi. Il patron friulano si affida a Mangia, mentre Rossi prende in corsa la guida tecnica della Fiorentina. Al “Barbera” finisce 2-0 per i rosanero. “La squadra mi ha dedicato la vittoria contro la Fiorentina? Ci credo bene – ha detto il presidente dopo quella partita -, avevano anche un premio a vincere per battere il loro ex allenatore”.I mesi passano e l’esperienza di Delio Rossi a Firenze procede tra alti e bassi, ma una reazione spropositata alle provocazioni di Ljajic farà il giro del mondo costandogli il posto in riva all’Arno. Il Palermo, in quegli stessi giorni, centra l’obiettivo salvezza senza grossi patemi d’animo. Zamparini si aggiudica il round numero due.

IL MATCH POINT DI DELIO – Il calcio dà sempre la possibilità di rifarsi, così domenica Rossi affronta il suo passato e potrebbe dare il colpo di grazia alla gestione Zamparini, spedendo la squadra rosa in B e arrecando un danno sportivo ed economico al suo ex presidente. Ma per farlo il mister dovrà giocoforza dare un dispiacere anche a quelle migliaia di persone che gli hanno voluto bene e che continuano a volergliene in silenzio. Chissà se c’è più soddisfazione nel consumare questa piccola vendetta o c’è più dolore nel veder cadere giù una piazza che gli ha dato così tanto? I tifosi rosa sperano ovviamente di non scoprirlo mai, vorrebbe dire che il Palermo è uscito da Marassi con qualcosa in mano. Non è più come una volta, quando si poteva scegliere se tifare per Rossi o per Zamparini: questa volta chi vuole il bene del Palermo, che piaccia o no Zamparini, dovrà tifare per il presidente e sperare con tutte le proprie forze che Rossi esca dal campo sconfitto.