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RIGORE NEGATO E SCONFITTA IL PALERMO CADE AD UDINE E RESTA SENZA RETI IN TRASFERTA

di Fabio Corrao Le premesse della trasferta di Udine non erano certo positive: la squadra di Mangia andava ad affrontare un avversario che negli ultimi anni è stato la vera bestia nera del.

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di Fabio Corrao Le premesse della trasferta di Udine non erano certo positive: la squadra di Mangia andava ad affrontare un avversario che negli ultimi anni è stato la vera bestia nera del Palermo, e ci arrivava con nessun gol segnato fin qui in trasferta contro la miglior difesa del campionato. Inoltre lex Guidolin, che aveva usato una certa pretattica dialettica, recuperava quel Totò Di Natale che segna sempre contro ogni avversario, ma che quando incrocia il Palermo pare esaltarsi particolarmente. Premesse rispettate in pieno e confermate dal campo, 1-0 per i friulani con gol del capocannoniere della serie A. Ma il Palermo la partita se lè giocata a viso aperto, e proprio come a Roma avrebbe potuto portar via un pareggio se solo avesse mostrato maggior efficacia nellarea avversaria, e se il signor Giannoccaro avesse avuto il coraggio (ma non è il suo mestiere, in fin dei conti?) di fischiare un rigore apparso solare ai più, per fallo su Ilicic. Molti potranno obiettare che il passivo avrebbe potuto anche essere più pesante, ma è logico che una squadra sbilanciata alla ricerca del pari presti il fianco alla compagine che meglio gioca in contropiede nel campionato italiano. I rosanero non sono dispiaciuti, e non sono apparsi di molto inferiori allUdinese. Ci si dovrebbe chiedere semmai perché dar via in prestito un attaccante per poi ritrovarsi in piena emergenza per linfortunio contemporaneo di due punte, costringendo così Mangia a schierare Miccoli in un ruolo che lo sacrifica oltremodo, quello di punta centrale. Già Zenga sbatté su questo equivoco tattico, e Rossi fece questa scelta solo in mancanza di alternative praticabili, proprio come il tecnico lombardo al Friuli. Il calendario non ha certo aiutato i rosanero, che hanno affrontato delle trasferte terribili, e già la prossima non sarà certo più morbida, a Torino contro la Juventus. E chiaro però che questo non può essere un alibi tout court, perché in passato il Palermo ha ottenuto vittorie prestigiose e sfoderato prestazioni convincenti ad ogni latitudine. Bisognerebbe quindi lavorare sullaspetto mentale, oltre che tattico, affinché il mal di trasferta non diventi un blocco emotivo che lo trasformerebbe in patologia reale. Sabato al Barbera arriva un altro ex, quel Pioli che aveva cominciato la stagione sulla panchina rosanero ma del campionato non vide nemmeno lalba in viale del Fante. Sta facendo benissimo con il Bologna, e malgrado le sue parole distensive avrà una voglia matta di mettere i bastoni tra le ruote di chi gli ha negato la possibilità più prestigiosa della sua carriera. Ci vorrà quindi il miglior Palermo casalingo, quello tritatutto, per superare un ostacolo che è agevole solo sulla carta.