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QUANDO PREZIOSI FECE LA ZAMPARINATA A LO MONACOECCO PERCHE CON ZAMPARINI ALTRO DIVORZIO SEMBRA INEVITABILE

di Mariano Calò Inevitabile. Così appariva già dalle prime ore il divorzio tra Lo Monaco e Preziosi, due caratteri forti ed evidentemente inconciliabili nella gestione di una.

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di Mariano Calò Inevitabile. Così appariva già dalle prime ore il divorzio tra Lo Monaco e Preziosi, due caratteri forti ed evidentemente inconciliabili nella gestione di una squadra di calcio. Lo stesso aggettivo in molti sono già pronti ad utilizzarlo per un altro sicuro divorzio, quello tra Zamparini e lo stesso Lo Monaco. Ripercorriamo insieme le vicende di Genova e lasciamo che a parlare siano i fatti e le dichiarazioni degli stessi protagonisti. Per poter formulare un giudizio con cognizione di causa. IL FINTO PASSO INDIETRO DI PREZIOSI - Tutto era cominciato con linizio dellestate. Tanti sorrisi, strette di mano, complimenti e speranze per la presentazione di Pietro Lo Monaco al Genoa. Da un lato Preziosi sottolinea come sia arrivato il momento di fare un passo indietro e di lasciare la società in mano a qualcun altro, pur riservandosi di avere una qualche condivisione sul calciomercato. "Larrivo di Lo Monaco coincide con un mio passo indietro. Gli darò carta bianca, lunica cosa che gli ho chiesto è qualche condivisione sul calciomercato. Io farò il presidente-patron, già in realtà ero una sorta di presidente che non incideva molto sulla vita della società, però oggi concedo una delega ancora più stretta e consapevole. Non faccio fatica perché nel mio mondo imprenditoriale le deleghe sono allordine del giorno. Mi dicono che si fanno le scommesse sul tempo che durerà Lo Monaco con Preziosi. Posso anticipare senza temere smentita che resisterà tutto il tempo del contratto e se avremo voglia lo rinnoveremo anche. Le persone che hanno idee e capacità di gestire le cose vanno rispettate". Sulla stessa lunghezza donda Lo Monaco: il dirigente di origine campana sottolinea fin da subito che il suo ruolo riguarderà la gestione del parco giocatori e dellorganico, della parte puramente amministrativa e del rapporto col territorio. "Il primo tifoso e la prima persona che tiene al fatto che il Genoa possa fare bene sul campo resta Preziosi. Si fanno le scommesse su quanto dureranno due caratteri così fumantini insieme, però io sono un dirigente aziendalista, ho un concetto altissimo dellazienda e cerco di fare in modo che lazienda risulti il più possibile affidabile e in cui tutti si possano identificare. Il Genoa è la società più antica dItalia, ha una storia importante, ha vinto nove scudetti, anche se lultimo risale al 23-24. Dove vogliamo arrivare? Penso anche alla stella, nella vita non bisogna mai negarsi dei traguardi. Tutto è frutto della programmazione e del lavoro, di quello che si riesce a mettere insieme, mi sembra che lUdinese ne sia un esempio lampante. Questa azienda dovrà muoversi sotto tre aspetti: uno tecnico che viene dal patrimonio dei giocatori, quello che fa sì che i sogni e le speranze diventino realtà. Il secondo aspetto importante è la gestione, che deve essere funzionale a tutto nellazienda. Si fa questo in modo che la società possa radicarsi sempre di più nel territorio, il terzo aspetto che dovremo curare". IL DIVORZIO E IL REVISIONISMO DI PREZIOSI - Eppure passano meno di due mesi e i rapporti tra i due diventano tesi. Si dice che Lo Monaco abbia presentato ben tre volte le dimissione. La goccia che ha fatto traboccare il vaso pare sia stata la cessione di Perin, giovane portiere del Genoa passato al Pescara in prestito per evitargli la panchina allombra di Frey. Lo Monaco avrebbe voluto lui titolare, ma Preziosi ha deciso diversamente ed ha concluso laccordo con gli abruzzesi. "Ci sono state divergenze sulla linea di conduzione - ha poi raccontato Lo Monaco -, meglio agire prima che le situazioni diventino irreparabili. Io pensavo di costruire un Genoa forte, capace nel tempo di recitare un ruolo importante. Dallaltra parte cerano altri obiettivi. La situazione Perin non centra, anche se era una operazione con cui non ero daccordo. I giocatori bravi bisognava tenerli ma ciò non combaciava con la linea programmatica del presidente". Preziosi si giustifica davanti ai giornalisti rivelando quelle che secondo lui sarebbero state le incomprensioni che hanno portato alladdio di Lo Monaco. Il patron genoano contraddice palesemente quanto detto in conferenza stampa sul voler dare carta bianca al dirigente campano e addirittura arriva a sostenere di aver sempre esplicitato che il mercato non avrebbe fatto parte delle sue competenze. "Cercavo chi gestisse la società e facesse quadrare i conti in attesa di trovare un compratore - ha detto Preziosi -. La mia decisione di vendere è infatti definitiva e non ammette ripensamenti. Tanto è vero che il contratto che ho fatto firmare a Lo Monaco prevedeva le sue dimissioni immediate in caso di cessione della società. Ho toccato con mano comera la situazione, ho capito che non potevo perdere altro tempo e dovevo intervenire. I patti erano chiari, io avrei dovuto occuparmi di comprare e vendere giocatori, lui di gestire la società. Qualunque operazione, in entrata o in uscita, avrebbe dovuto avere il mio assenso. Su Perin avevo detto che doveva andare a giocare perché con Frey avrebbe fatto la riserva e perso un anno" PROMETTENDO LE STELLE - Il capolavoro di Preziosi però lo completa cercando di arruffianarsi i tifosi del Genoa citando un passaggio delle dichiarazioni di Lo Monaco che non gli è affatto piaciuto. "Anche prima cerano stati degli episodi che mi avevano lasciato perplesso. Per esempio come si fa a parlare della stella a genoani che laspettano da 70 anni? Cercavo un uomo forte, non arrogante". Niente di clamoroso penserete, sennonché scavando negli archivi dei più importanti quotidiani abbiamo recuperato le dichiarazioni di Preziosi al suo arrivo a Genova come nuovo proprietario del Grifone. Indovinate un po cosa promette ai tifosi... "Ho voluto il Genoa perché rappresenta un progetto importante - dice il Preziosi edizione 2003 - che mi affascina cercare di portare a termine. Questa non è una società qualunque, qui è nato il calcio italiano e ci sono 9 scudetti vinti. Ne manca uno per la stella e quello sarà il mio obiettivo: centrarlo vorrebbe dire entrare nella storia del calcio". I PRECEDENTI DI ZAMPARINI - Da queste parole emerge un evidente malessere di Preziosi nel sottostare alla gestione autonoma di Lo Monaco, ma anche una comunicazione lacunosa tra i due. Come tanti presidenti (tra questi vi è certamente anche Zamparini) il patron del Grifone non si sente a suo agio in un ruolo di primo tifoso, di semplice proprietario e appassionato. Lui vuole vendere e comprare giocatori, ama le trattative, ama sentirsi protagonista, ma da imprenditore sa anche di dover fare attenzione al portafoglio e tollera poco che gli si dica come spendere e incassare. Questo quadro ci ricorda in maniera preoccupante alcuni momenti della recente era-Zamparini. In particolare quando Preziosi parla delle mansioni stabilite a priori con Lo Monaco ci viene in mente quanto detto dal presidente rosanero a proposito del ruolo di Panucci . "Pensava di essere un direttore generale e invece era solo un team manager - ha spiegato recentemente il patron -, aveva capito male ed è andato via". Mentre quando Preziosi dice di pretendere lultima parola sul mercato non ci sembra tanto lontano dalla concezione di Zamparini che così aveva commentato laddio di Sogliano. “Con Sean ho avuto una lite ad Udine, in quanto avevo detto loro che stavano sbagliando tutto. Ci sono state delle offese, è mancato il dialogo, elemento che per me non deve mancare mai. Si lavora insieme, ci si confronta, si produce un lavoro di squadra, ma alla fine decido io… e ci mancherebbe che non fosse così". Forse non sarà inevitabile, questo ennesimo divorzio, ma speriamo che almeno Zamparini, al contrario di Preziosi, non prometta lunghi periodi di collaborazione e sicura fiducia. Non è di altre promesse che ha voglia questa piazza, specialmente di promesse non mantenute.