notizie

PALERMO CONFUSO E INFELICE: IL PARMA SBANCA IL “BARBERA”

di Leandro Ficarra Una prestazione greve, insipida, a tratti imbarazzante per la modestia dei contenuti tecnici. Un primo tempo onesto a cui ha fatto da contraltare una ripresa disastrosa in.

Mediagol8

di Leandro Ficarra Una prestazione greve, insipida, a tratti imbarazzante per la modestia dei contenuti tecnici. Un primo tempo onesto a cui ha fatto da contraltare una ripresa disastrosa in termini di atteggiamento tattico e mentalità. Una prova, purtroppo, in linea con gli standard di mediocrità che hanno caratterizzato gran parte di questa anonima stagione rosanero. Legittima la delusione del pubblico del "Barbera" al termine della gara contro il Parma poiché stavolta non c’è stato neanche il misero punticino a mitigare il malcontento ed a fungere da tiepido brodino di consolazione. Non è il caso di cercare adesso singoli capri espiatori ma è lecito augurarsi che questa stagione termini in fretta e con almeno altri quattro- cinque punti in cascina. D’altronde bastava dare un’occhiata alla formazione odierna, un 3-4-1-2 con Aguirregaray e Munoz esterni alti di centrocampo, per comprendere la pochezza delle risorse e delle soluzioni attualmente in organico, figlia di un palese vizio di confusione in sede di pianificazione e costruzione della rosa. Il Parma ha vinto perché ha giocato una ripresa audace, impreziosita dal talento dei sui elementi di maggiore qualità ovvero Giovinco e Biabiany. Già, audacia e talento e qualità. Sono queste le doti che latitano in questo generoso Palermo di Mutti che non lesina impegno e applicazione ma si scontra spesso brutalmente contro i suoi stessi limiti strutturali. In questo strano mercoledì di festa la gara che doveva consegnare a Donati e soci il pass della tranquillità si è trasformata ben presto in un esercizio di calcistica frustrazione. Mutti tiene fuori Miccoli in proiezione derby e propone questa sorta di 3-5-2 che diviene 3-4-1-2 con Vazquez, versione elastico dietro Abel e Budan, in fase di proposizione. Silvestre e Mantovani chiocce del roccioso Labrin nel reparto arretrato, Munoz ancora una volta esterno alto, Della Rocca e Donati a comporre la cerniera centrale. Gara dal ritmo lento, scosso da qualche fiammata rosa in avvio con Hernandez che scalda i guantoni a Mirante. Proprio l’uruguaiano, sfruttando una torre di Mantovani trova il vantaggio per la squadra di Mutti, che bada principalmente a fare densità in mezzo al campo ed a coprire ordinatamente gli spazi per agire di rimessa. Troppo farraginoso e sterile il giro palla del Parma nel primo tempo, Giovinco gira al largo dai sedici metri e viene spesso inghiottito dai raddoppi rosanero, Okaka non tiene su una palla, Biabiany sonnecchia in attesa di rompere gli indugi. Sembra troppo facile ed è qui che il Palermo, potendo chiudere la gara, spreca malamente un paio di ripartenze: prima Hernandez si allunga malamente la sfera a tu per tu con Mirante,poi Budan vanifica, tirando addosso al portiere ducale, un cioccolatino di Donati. Palermo al riposo in vantaggio, ma la ripresa è un’altra musica. La banda di Donadoni scende in campo con ben altro piglio, i rosa con atteggiamento pavido e sparagnino abbassano il baricentro ed invitano quasi Giovinco e soci all’assedio. Donati cala vistosamente inibendo così qualsiasi velleità in sede di ripartenza, la squadra rosa si allunga e soffre sulle corsie la rapidità dei talenti bonsai di Donadoni. Proprio la formica atomica cambia passo e fa pagare agli uomini di Mutti il dazio della sua classe, prima propizia con slalom e tiro in corsa il pari di Okaka che ribadisce in rete, con difesa rosa immobile, la respinta di Viviano, poi taglia senza palla alle spalle di Munoz e Labrin porgendo a Biabiany il pallone dell’1-2. Solo la classe di Fabrizio Miccoli, subentrato per salvare le sorti del match, fa vibrare con un chirurgico destro il palo di Mirante ed i cuori del “Barbera” ma la sorte gli nega il gol del pari. A poco serve l’ingresso di Ilicic, il disperato forcing finale sembra una cruda istantanea che racconta il Palermo di questa stagione: encomiabile nel gettarsi anima e cuore nella metà campo parmense ma anche caotico, tecnicamente modesto e desolatamente impreciso. Finisce tra i fischi del popolo rosanero ed in vista dell’attesissimo derby contro il Catania si alza dagli spalti un coro nitido quanto emblematico: Meritiamo di più. Non possiamo che essere d’accordo.