L’allarme shock di Shearer: “Colpi di testa causa di demenza? Troppi casi, chi governa il calcio deve intervenire…”

E' una vera e propria icona del calcio inglese.

Stiamo parlando di Alan Shearer. L'ex attaccante di Southampton e Newcastle è stato il miglior marcatore dei Magpies nelle coppe europee, oltre ad essere il goleador più prolifico nella storia della Premier League. Di gol, nella sua lunga esperienza al Newcastle (dal 1996 al 2006), ne ha siglati ben 303 in 148 presenze. Ed il gioco aereo è stato da sempre uno dei suoi cavalli di battaglia.

Per questo motivo, insieme alla constatazione che diversi suoi ex colleghi sono attualmente colpiti da patologie encefaliche, in passato Shearer si è sottoposto ad alcuni test per capire la percentuale di rischio di sviluppare nel tempo una encefalopatia, che può sfociare in demenza. Secondo l'ex campione, l'impatto violento col pallone può causare lesioni cerebrali che a medio-lungo termine possono dare origine ad alcune forme precoci di demenza che affliggono gli essere umani.

"Non è stata fatta nessuna ricerca abbastanza specifica. Le autorità sono sempre state riluttanti a scoprire la verità, ad avere le risposte. Ogni gol che ho segnato con un colpo di testa nel corso di una partita, è stato preceduto da 1000 prove in allenamento. Questo deve mettermi a rischio se c'è una correlazione fra le due cose. Mai ho pensato che il calcio potrebbe essere legato all'avere una malattia al cervello. Ecco perché la ricerca deve essere fatta", ha spiegato di recente Shearer, come riportato dal noto quotidiano inglese 'The Sun'.

Le sue dichiarazioni sono scaturite dopo che il 'Mirror' ha svelato che quattro ex giocatori che hanno vinto la Coppa del Mondo nel 1966 con la Nazionale inglese hanno problemi di demenza o di memoria, insieme ad almeno altri 375 giocatori. "Il calcio deve occuparsi di quei vecchi giocatori che soffrono di demenza, mettendo fine al senso che una volta che un atleta finisce di giocare, può essere scaricato", ha poi aggiunto.

Shearer, dunque, sta continuando ad investigare sulla questione attraverso un documentario che verrà diffuso dalla BBC. "La ragione principale per cui ho scelto di fare questo programma è per assicurarmi che le autorità non fuggano più da questo problema", ha concluso.