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LA JOYA CHE NON CÈ PIÙLENNESIMO STOP COLPISCE ABEL. PER USCIRE DAL TUNNEL LE PAROLE DI ZAMPARINI

di Mariano Calò Cera una volta "La Joya". Cera una volta un attaccante giovane, talentuoso, imprendibile. Cera una volta un campione in rampa di lancio, lesordio in nazionale, leredità.

Mediagol8

di Mariano Calò Cera una volta "La Joya". Cera una volta un attaccante giovane, talentuoso, imprendibile. Cera una volta un campione in rampa di lancio, lesordio in nazionale, leredità di Cavani al Palermo, una tifoseria intera a stravedere per lui. Cera una volta una favola fatta di gol, esultanze colorite e una carriera in continua ascesa. Cera una volta una favola che oggi forse non cè più. Con linfortunio patito in nazionale, che sembra doverlo tenere fuori per sei mesi, rischia davvero di essere compromessa la carriera ad alto livello di uno dei più fulgidi talenti passati dal Renzo Barbera in questi anni. Il suo scatto bruciante e la sua tecnica in velocità hanno patito già in passato i numerosi infortuni muscolari, ma adesso che a saltare sembra essere stato il legamento del ginocchio sarà ancora più difficile recuperare. Non soltanto per per questioni fisiche: a preoccupare è soprattutto il contraccolpo psicologico della vicenda. Il ragazzo ha passato più tempo a curarsi e ad inseguire poi la migliore condizione che ad esprimersi ai livelli che ha accarezzato nella stagione 2009-2010. E pensare che proprio un problema fisico lo aveva portato al Palermo. Il Genoa aveva bruciato la concorrenza ed aveva trovato laccordo per il giocatore, ma le visite mediche andarono male e solo i rosanero vollero scommettere su di lui, facendo curare il problema cardiaco che aveva fatto saltare la trattativa coi liguri. Dopo la bella cavalcata che valse al Palermo il quinto posto, sembrava essere arrivato il suo momento. Partito Cavani avrebbe potuto trovare finalmente lo spazio giusto per affermarsi, ma dopo il precampionato sono arrivati una lunga serie di infortuni che ne hanno bloccato la carriera per due intere stagioni. Tra lunghi stop e qualche malanno meno grave la punta uruguaiana non è mai riuscita a raggiungere la forma migliore, anche perché ogni volta che Abel è sembrato ad un passo dal traguardo un nuovo problema fisico lo ha abbattuto. Ed anche stavolta la cattiva sorte, che in certi casi non sembra affatto cieca, lo ha puntato ancora. Questi 6 mesi saranno probabilmente i più difficili della carriera di Hernandez, che sa bene quanto sia difficile restare out per così tanto tempo e ancor di più quanto sia complicato recuperare la forma migliore una volta tornati in grado di giocare. Se in passato il presidente Zamparini aveva dichiarato che Abel doveva smettere di andare in discoteca e cominciare a fare una vera vita da atleta, a maggior ragione dopo tutti questi infortuni diventa fondamentale che da subito il ragazzo capisca limportanza che la concentrazione in allenamento e la vita fuori dal rettangolo verde hanno nel determinare la resistenza agli infortuni. Forse Abel non sarà mai indistruttibile come Javier Zanetti, non a caso professionista esemplare, ma con le giuste cure, laffetto della società e dei compagni non è detto che anche questa storia non possa finire con un vissero per sempre felici e contenti.