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ILICIC-PASTORE SHOW, IN CINQUE MINUTI IL PALERMO SBANCA LECCE

di Fabio Corrao Nel suo essere squadra estremamente atipica, il Palermo è in grado di offrire di sé i suoi due volti nell'arco della stessa partita: questo è accaduto al.

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di Fabio Corrao Nel suo essere squadra estremamente atipica, il Palermo è in grado di offrire di sé i suoi due volti nell'arco della stessa partita: questo è accaduto al “Via del Mare” di Lecce, dove i rosanero hanno dimenticato per un tempo intero di saper giocare al calcio, stremati dal pressing e dalla corsa della squadra di De Canio, e poi sono improvvisamente sbucati sul terreno di gioco travestendosi da frombolieri in grado di recuperare ed uccidere la partita in soli cinque minuti di calcio devastante. Chiedere una via di mezzo a questo Palermo è semplicemente impossibile, perché i black out e lo spettacolo sono nel DNA di questi calciatori, talmente tanto dotati di talento che talvolta credono di potersi consentire un pizzico di indolenza. In fondo, però, a guardare giocare la squadra di Delio Rossi non ci si annoia mai. Privi di due pedine fondamentali quali Bovo e Balzaretti, i rosanero hanno vissuto un primo tempo da incubo, dal quale però erano miracolosamente usciti in parità grazie ad una grande giocata di Bacinovic che si conquistava un calcio di punizione dal limite che il destro educatissimo di Fabrizio Miccoli ha impreziosito. Nella ripresa, preso subito il pugno del 1-2, il Palermo ha improvvisamente aperto gli occhi e ha annichilito i salentini, che arrivavano a questa partita forti di cinque risultati utili consecutivi, con giocate in verticale rese letali dall'abilità di un trio di calciatori di cui si sentirà parlare a lungo e bene, vale a dire Javier Pastore, Josip Ilicic e il redivivo Abel Hernandez, che rischia di essere, esattamente come nella scorsa stagione, l'arma in più nemmeno tanto segreta del girone di ritorno. Un capitolo a parte merita il capitano: è notorio che Miccoli è uno dei pochissimi professionisti dotati di una profonda anima da tifoso, e per lui giocare contro il Lecce è un'esperienza “tafazziana”, un momento in cui il gioco del calcio che tanto gli ha dato diventa un'attività quasi contro natura. Rossi lo sapeva e gli ha concesso, per fiducia e un po' a mo' di sfida, l'intero primo tempo, in cui Miccoli non ha quasi toccato palla finché non è emersa la sua altissima classe concretizzatasi in quel calcio di punizione assolutamente perfetto che ha trafitto Rosati. A quel punto il tecnico riminese, anche lui uomo dai sentimenti forti, ha deciso che poteva bastare così, e lo ha lasciato negli spogliatoi, inserendo il rientrante Hernandez, il quale ha contribuito, anche lui, a scrivere una storia bellissima.