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COPPA STREGATA PER IL PALERMO GRANDE GARA DEI ROSANERO, CHE SI INCHINANO SOLO AD UNO SPLENDIDO ETOO

di Fabio Corrao E alla fine dei giochi la bacheca del Palermo resta immeritatamente vuota. In una splendida serata romana, in uno stadio Olimpico colorato di rosa, la squadra di Delio Rossi gioca.

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di Fabio Corrao E alla fine dei giochi la bacheca del Palermo resta immeritatamente vuota. In una splendida serata romana, in uno stadio Olimpico colorato di rosa, la squadra di Delio Rossi gioca una grande partita, fornisce lunica interpretazione possibile alla gara dei sogni, attaccando palla a terra e testa alta. Ma se si intersecano due fattori killer, quali gli errori sotto porta e due chance regalate allattaccante più forte del mondo, ha ben poco senso giocare benissimo. Si perde e basta. E così è stato. E davvero un trofeo maledetto per i colori rosanero, questa Coppa Italia. Il tiqui-taca improntato per irretire lInter è sembrato funzionare a lungo, e per ampi tratti del match si è vista una sola squadra in campo, gradevole nei fraseggi ma leggerina in fase realizzativa. La partita, e di conseguenza il trofeo, lo si è perso lì. Lo score alla fine raccontava di dieci palle gol per il Palermo, e cinque per lInter. Risultato? 3-1 per i nerazzurri. Nel calcio, purtroppo, non sempre vince il più bello, anzi. Tende a primeggiare, con la sola eccezione del meraviglioso Barcellona, lo sporco e cattivo, il furbone che non gode della sua abilità bensì degli errori altrui. Vedere una squadra campione di tutto impostare una partita di difesa e contropiede contro un avversario sulla carta più modesto lha detta lunga sul perché il calcio italiano prende sonore pedate quando si affaccia allestero. Solo il Palermo ha provato a fare calcio, linearmente godibile ma raramente letale. I Leonardo boys hanno aspettato e quando hanno avuto il merito di recuperare palla si sono votati a san Samuel dal Cameroon. Malgrado il finale amaro è stata una giornata memorabile per i colori rosanero. Linvasione pacifica di Roma, lentusiasmo allo stadio e nelle piazze e nei vicoli di Palermo, sono un patrimonio dal quale ripartire, e non una foto da conservare nel cassetto dei ricordi migliori. Le lacrime di fine gara di Delio Rossi e di Fabrizio Miccoli, due uomini simbolo che hanno segnato la storia di questo club, devono far riflettere molto attentamente. Ricominciare da zero potrebbe essere molto rischioso. Per dirla come Massimo Troisi, ricominciare da tre sarebbe molto più proficuo, perché se tre cose buone sono state fatte non cè motivo di buttarle via.