notizie

CON ILICIC, MICCOLI E BRIENZA È IL PALERMO DEI TRE TENORI. IL PRINCIPITO DYBALA PUÒ ESSERE IL QUARTO

Di Calogero Fazio.

Mediagol8

Di Calogero Fazio

Grazie alla cura e alle innovazioni tattiche di Gasperini, anche il Palermo ha adesso i suoi tre tenori. Dopo il Napoli di Hamsik, Lavezzi e Cavani, il Palermo di Ilicic, Brienza e Miccoli, un trio d’attacco che è la vera risorsa in più di questa squadra. Tre tenori come Carreras, Domingo e Pavarotti che quando si esibivano facevano sognare gli spettatori. Ma a guardar bene il Palermo oltre alle sue tre punte di diamante ha anche un altro “mezzo” tenore pronto ad esplodere: Paulo Dybala. Mezzo non per sminuire le qualità dell’attaccante argentino, ma a sottolineare come, data la giovane età del ragazzo, occorra impiegarlo con parsimonia e senza caricarlo di eccessive responsabilità.

Col tempo il Principito di Laguna Larga potrebbe diventare l’arma in più, il coniglio da estrarre dal cilindro nei momenti in cui meno te lo aspetti. Un po’ come è successo contro la Sampdoria quando mise a segno la sua prima doppietta. A Bologna Dybala è stato coinvolto nella disfatta collettiva del Palermo, ma si è rifatto la settimana successiva con il Catania, a risultato oramai acquisito, quando ha giocato spaziando in lungo e in largo, togliendo punti di riferimento ai difensori etnei e facendo ammattire Spolli e compagni.

Ilicic e Brienza con Gasperini sembrano due giocatori ritrovati. Lo sloveno non sembrava troppo a suo agio quando, sotto la precedente gestione tecnica, veniva impiegato di punta o dirottato saltuariamente sulla corsia mancina del campo. Ma adesso che con Gasperini è ritornano ad occupare il ruolo di trequartista a lui più congeniale si sta avvicinando alla definitiva consacrazione. Brienza era stato persino retrocesso sul centrosinistra della linea mediana rosa, in una posizione quasi inedita per lui, ma che aveva accettato di ricoprire per la profonda stima e rispetto che lo legavano a Sannino.

E poi c’è il solito Fabrizio Miccoli lì davanti a fare la differenza. In posizione di terminale d’attacco. Uno con il suo cuore e il suo attaccamento alla maglia potrebbe essere determinante schierato in qualsiasi ruolo, forse anche in porta, nonostante la bassa statura. Unica pecca qualche infortunio di troppo che ne rende incerto l’utilizzo a lunga durata. Ed è anche per questo che a gennaio dovrà essere acquistato necessariamente qualche ricambio. Se una squadra dispone di organico che ha gli uomini contati giocoforza farà sempre fatica a trovare continuità di risultati. Anche perché l’impiego delle tre punte è un dogma al quale Gasperini non rinuncerebbe per nulla al mondo e quindi almeno una riserva per ruolo diventa necessaria.

Certo è che quando le cose girano per il verso giusto non ce n’è per nessuno. Ne sanno qualcosa i cugini del Catania, che sabato scorso sono stati annichiliti dal trio delle meraviglie con gol, assist e giocate da manuale del calcio. I rosa storicamente le cose migliori le hanno fatte vedere quando hanno giocato con tre uomini in attacco. Ricordiamo il Palermo di Delio Rossi che schierava in avanti il duo Ilicic-Pastore, alle spalle dell’attaccante di turno, ma anche la squadra di Ballardini che faceva divertire con Miccoli e Cavani davanti a Simplicio.

Gli allenatori che si sono seduti sulla panchina rosanero dopo il tecnico di Rimini e che hanno provato a giocare in maniera diversa non hanno avuto molta fortuna: Sannino è solo l’ultimo esempio di una casistica abbastanza ampia. Con Gasperini la musica è cambiata e i tre tenori sono tornati a cantare: il modulo con i tre attaccanti è stato utilizzato in pianta stabile e il gioco è sempre stato all’altezza della situazione. L’apoteosi si è avuta sabato scorso. Unico tasto dolente della vittoriosa serata con il Catania l’ammonizione data inspiegabilmente a Fabrizio Miccoli, mentre era in panchina a incitare i propri compagni di squadra. Purtroppo il capitano era diffidato e salterà l’incontro di domenica con l’Inter al “Meazza”.

Il peso dell’attacco rosa sarà tutto sulle gracili spalle di Paulo Dybala. Per il ragazzo sarà una specie di esame di maturità, perché dovrà vedersela per la prima volta da quando è in Italia con giocatori del calibro di Samuel, Zanetti e Cambiasso. Ma se “U Picciriddu” dovesse riuscire a superare anche l’ostacolo Inter per lui sarebbe l’ennesima prova di crescita e maturazione. Sull’affidabilità di Brienza ci sentiamo di scommettere ad occhi chiusi, e poi c’è Ilicic, che dopo la doppietta della settimana scorsa è chiamato alla riconferma. Mai come quest’anno più acuti i tenori riusciranno ad emettere e più l’aquila rosanero tornerà a volare in alto. Acuti di un meraviglioso concerto fatto di undici maglie rosa con un grande direttore d’orchestra dalla panchina, coi tre tenori (più uno) lì, pronti a strappare fino all’ultimo applauso alla platea.