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Carlo Gervasoni: “Ecco come truccavo le partite. Se non mi avessero beccato sarei andato avanti”

Carlo Gervasoni: “Ecco come truccavo le partite. Se non mi avessero beccato sarei andato avanti”

Carlo Gervasoni racconta tutto. Il giocatore, testimone nell’inchiesta del calcioscommesse, ha rivelato scottanti verità in un’intervista rilasciata nel corso del programma ‘OpenSpace’ in onda domani sera su Italia 1....

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Carlo Gervasoni racconta tutto. Il giocatore, testimone nell'inchiesta del calcioscommesse, ha rivelato scottanti verità in un'intervista rilasciata nel corso del programma 'OpenSpace' in onda domani sera su Italia 1. "Ho truccato una dozzina di partite dove ero io in campo, poi ho cercato di combinarne altre dove non giocavo. Dare un numero esatto dei calciatori che ho contattato per le combine è complicato perché c'è ancora un processo, ma più o meno sono riuscito a contattarne una sessantina. Su questi sessanta solo due hanno detto no, un italiano e uno straniero. Mi sono accorto che era più complicato convincere lo straniero a truccare la partita. Gli italiani si ponevano problemi all'inizio, poi quando avevano la mazzetta prima della gara, erano più facilitati. La prima partita combinata la proposi a un buon numero di giocatori, 6 o 7 - ha dichiarato Gervasoni, come riportato dal CorrieredelloSport.it -. La partita era Albinoleffe-Pisa, febbraio 2009. Perché mi sono venduto le partite? Per soldi. Non so dirti una cifra totale che ho guadagnato, facevo un lavoro in cui guadagnavo bene, anche 10-15mila euro al mese. Ho giocato un anno senza prendere lo stipendio, ma questa non è assolutamente una scusante. Loro davano a me solo, personalmente, anche 80mila euro. Non dormivo tranquillo, ma con un'adrenalina positiva. Non sono ipocrita, sono pentito, ho sbagliato. Ma se l'ho fatto è perché fondamentalmente mi andava bene il fatto che in così breve tempo portavo a casa così tanti soldi. Mi sono sentito una merda, sarei un ipocrita a dire il contrario, fingevo anche con i miei compagni perché a volte ho giocato contro la mia squadra. Adesso ho dubbi guardando le partite? Ho molti dubbi, le guardo con altri occhi, sono molto malfidente. Me ne accorgo da alcuni atteggiamenti che percepisco guardando i volti dei giocatori, un po' sopra le righe. Ho deciso di parlare per togliermi un peso non facile da tenere dentro e poi perché mi avevano beccato con le intercettazioni e avevo paura di fare il carcere. Se non avessero fatto le intercettazioni, starei giocando ancora, magari non in maniera propriamente pulita. Sono sincero, se non mi avessero beccato sarei andato avanti".

Gervasoni ha raccontato anche i dettagli di una sfida in particolare, Atalanta-Piacenza giocata nell'aprile 2010. "Fu la madre di tutte le partite anche perché scoprì, appena prima di iniziare, che non ero l'unico a sapere della combine. Durante il giro di ricognizione del campo Doni mi chiese se era 'tutto ok', capì subito che era riferito al fatto che si trattava della combine. In quell'occasione inizialmente dovevamo perdere con due gol di scarto e successivamente perdere con un over, quindi 3-0, 3-1 e via dicendo. Il problema di quella partita era che loro, anche essendo più forti, non riuscivano a segnare. Per fortuna un mio compagno, non coinvolto, con un intervento grossolano procurò un rigore. Ma eravamo a più della mezz'ora e dovevamo subire un altro gol. Il fatto particolare è stato che io riferì di Doni al mio portiere, anche lui coinvolto, che mi disse di far tirare a Doni il rigore centrale - le sue parole -. E io durante il riscaldamento lo dissi a Doni. Il problema era che dovevamo subire un altro gol. Ero terrorizzato che pareggiassimo, a tal punto che ho dovuto creare questo scontro di gioco che portò al rigore. Se non fosse stata una partita combinata non avrei mai fatto un intervento del genere. Poi protestai con l'arbitro perché non potevi far capire ai compagni, all'allenatore che tu l'avessi fatto apposta. Era normale che si recitasse una parte. Quando poi si raggiunse il risultato, non contenti, subimmo anche il terzo gol, sempre con un errore mio che rivisto adesso è anche abbastanza imbarazzante. In questa partita, da parte nostra eravamo in tre: non voglio fare nomi perché non sono presenti qua, anche se i nomi sono scritti sulle carte. Dell'Atalanta non lo so, so di Doni perché è venuto prima della partita, degli altri non lo so".