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Prandelli: “Insigne un talento naturale, ma quando lo convocai fui criticato. Il male del nostro calcio è…”

Prandelli: “Insigne un talento naturale, ma quando lo convocai fui criticato. Il male del nostro calcio è…”

Le interessanti dichiarazioni dell'ex commissario tecnico della Nazionale italiana su diversi fronti: in primis la mancata qualificazione dell'Italia di Ventura ai prossimi Mondiali che si giocheranno in Russia nel 2018...

Mediagol97

Parla l'ex commissario tecnico dell'Italia Cesare Prandelli.

Oggi allenatore dell'Al-Nasr, l'ex tecnico tra le altre di Fiorentina e Galatasaray, ha rilasciato un'intervista molto interessante a Walter Veltroni per Il Corriere dello Sport, all'interno della quale ha analizzato il momento di crisi del calcio italiano a seguito della mancata qualificazione della Nazionale dell'ormai ex ct Giampiero Ventura al prossimo Mondiale che si giocherà in Russia nel 2018. Un'analisi che parte dal ricordo delle sue immediate dimissioni al termine del ko con l'Uruguay nel Mondiale 2014 che sancì la nostra eliminazione al primo turno.

"Quando il progetto tecnico non ha ottenuto l'obiettivo, bisogna prendersi tutte le responsabilità. Io l'ho fatto e l'ho anche detto. Quando qualcuno si assume le proprie responsabilità, automaticamente libera tutti gli altri, nessuno deve fare nessuno sforzo per dire: 'ma forse ho sbagliato anch'io qualcosa'. Se lo rifarei oggi? Quando ho deciso, non sapevo che in quel momento anche il Presidente federaleAbete aveva formato dentro di sé un orientamento analogo. Noi siamo andati via, ma tutto il resto è rimasto uguale a sempre. Io e lui ci siamo presi le nostre colpe, con onestà, e in genere in questi casi non si sbaglia mai".

Qual è il vero male del nostro calcio? "In questo momento di crisi andiamo forte con le nazionali giovanili: qualche mese fa la nostra Under 20 è arrivata terza ai Mondiali, l'Under 21 in semifinale all'Europeo e facciamo bene con le Under 16 e 17. Il problema è che tutto si ferma lì, abbiamo abbandonato i nostri settori giovanili. Poche squadre in Italia hanno oggi la voglia e la forza di programmare puntando sui vivai. Colpa degli stranieri? Non credo, anche nei campionati esteri ce ne sono molti. Piuttosto dovremmo porre un tetto su quelli nei settori giovanili oppure farli diventare italiani dopo qualche anno, come avviene in Svizzera, in Germania, in Francia e in Belgio".

Sul difficile rapporto tra Lega di A e Federazione: "E' importante che in questo momento la Lega faccia una riflessione sulla Nazionale, perché il Paese ne ha bisogno. Eppure non sento alcun tipo di proposta dai presidenti di Serie A. Ai miei tempi non ci fu alcun tipo di rispetto, ricordo che due giorni prima della mia prima gara da ct, l'amichevole contro la Costa d'Avorio, la Lega decise di far disputare in Cina la finale di Supercoppa Italiana...".

Su Insigne e la mancanza di talenti in Italia: "Quando lo convocai, fui criticatissimo. Ho sempre sostenuto che è uno dei pochi talenti naturali del nostro calcio: ha qualità, ha capacità di dribblare, di proporre assist, di fare gol. Cosa può fare di più? Però un tempo era stato criticato, per molti non meritava la maglia azzurra".

Come ha vissuto Italia-Svezia? "L'ho vissuta come chi ama la Nazionale. Vedere giocatori come Buffon lasciarsi andare emotivamente, piangere, fa star male. E' rabbia, è frustrazione. Abbiamo perso tutti, ha perso il calcio italiano. Hanno perso anche i media, che talvolta sottovalutano e altre sovrastimano un giocatore, in due secondi da noi diventi un campione e il giorno dopo sei un bidone, non c'è pazienza e così per un giovane è più difficile crescere".

Chiosa finale su Giampiero Ventura: "Da parte mia, c'è grande solidarietà. Non ha perso solo lui e non ha perso Tavecchio, ha perso tutto il calcio italiano. In questo momento, gli direi di vivere il quotidiano con le persone che ama e di sapere che è ancora stimato da molti".

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