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Napoli, i retroscena della trasferta in Turchia. I tifosi: “Ci hanno trattato da terroristi”

Il racconto di alcuni tifosi del Napoli che in settimana hanno raggiunto Istanbul per assistere al match di Champions League contro il Besiktas.

Mediagol40

Sono casi, questi, in cui il calcio non c'entra e le cronache tornano a sottolineare ciò che avviene prima, dopo e fuori dal terreno di gioco, tra i tifosi di due squadre avversarie.

In settimana, immagini da brividi arrivate direttamente dalla Turchia, dove un gruppo organizzato del Napoli si trovava per sostenere la squadra di Maurizio Sarri. Con gli ultrà del Besiktas se l'erano quasi promesse e il risultato è stato il seguente.

A pochi giorni da quegli scontri emergono ulteriori dettagli e dei retroscena, direttamente dalla bocca dei testimoni. Il Mattino dà voce ad alcuni dei supporters del Napoli presenti a Istanbul. "Sin dall'arrivo in aeroporto - racconta Gennaro, 26 anni, residente a Capodimonte - abbiamo intuito l'ostilità dei poliziotti. Gli episodi si sono succeduti anche nel centro di Istanbul e fuori lo stadio, dove alcuni di noi sono stati fermati senza motivo, trattenuti e sottoposti a veri e propri interrogatori, quasi che fossimo terroristi".

Rino e Giovanni ricostruiscono l'aspetto più inquietante: "Siamo stati sottoposti a rigidissimi controlli, prima e dopo il varco d'ingresso, e costretti a svuotare le tasche lasciando in una cassetta trasparente oggetti personali, monete e finanche sigarette e accendini. A tutti sono state poi sfilate le cinture dei pantaloni: Ve le ridaremo all'uscita, ci è stato detto. Una volta sugli spalti ci siamo ritrovati quegli stessi poliziotti che fumavano le nostre sigarette e ci guardavano con aria di sfida. Alla fine della partita non abbiamo trovato più la cassetta con i soldi. Sparita. E molti di noi ci hanno rimesso pure le cinture".

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