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“Figli di…”, l’importanza di chiamarsi ‘Ancelotti’: Carlo e Davide, una panchina per due e il sogno di Anfield

Padri che hanno fatto la storia del calcio, figli che provano (con più o meno fortuna) a seguirne le orme. Mediagol.it, all’interno della rubrica “Figli di”, vi racconta - a poche ore da Liverpool-Napoli, sfida decisiva per il futuro in...

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NAPLES, ITALY - OCTOBER 07: Coach of SSC Napoli Carlo Ancelotti with his son Davide Ancelotti member of his staff during the Serie A match between SSC Napoli and US Sassuolo at Stadio San Paolo on October 7, 2018 in Naples, Italy.  (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

di M. Chiara Ferrara

[quote_box name=""]“È immenso il peso della famiglia, del suo sapere, delle sue relazioni sociali. In tutti i campi ci sono i «figli d'arte» che si avvantaggiano delle posizioni raggiunte dal padre o dalla madre. La nostra società è fatta di clan, consorterie, tribù. Se sei dentro la tua vita è in discesa, se sei fuori trovi strade sbarrate.” (Francesco Alberoni)[/quote_box]

Figli d'arte”: una strada spianata o una serie di pregiudizi come ostacolo?

La vita di coloro che portano con sé un cognome degno di nota non è sempre rose e fiori: se da un lato, crescere nell'ombra, un po' troppo ingombrante, di genitori celebri può rendere semplice il raggiungimento del successo attraverso contatti e agganci, dall'altro lato ciò può intralciare il normale processo di crescita ed emancipazione di ognuno, mettendo in dubbio le reali capacità di coloro i quali non hanno alcuna colpa, se non quella di esser nati sotto una stirpe fin troppo stimata. Poiché, come ben si sa, la notorietà non è soltanto un onore, ma anche talvolta foriera di una serie di obblighi. Un percorso che si svolge su un filo sottile che trema, tra il sospetto di essere definiti, nel modo non certo più gentile, “raccomandati”, e la speranza di dimostrarsi all'altezza, il tutto esponendosi alla ferocia di voraci leoni costretti in una gabbia di invidia e frustrazioni, pronti a giudicarti e coglierti in fallo ancor prima di compiere ogni passo.

È il caso di mille e oltre calciatori – nati con un mestiere nelle vene –, che ancor prima di essere star del pallone sono genitori e figli, magari anche nonni, i quali, in taluni casi, hanno tentato di indirizzare la propria prole nella loro stessa direzione. Le storie che proveremo a raccontare cadenzano il percorso di uomini che hanno scelto di crearsi un futuro da soli, non sempre riuscendoci, sottostando al potere e al peso di un nome, che porta con sé un carico di paragoni eterni e soffocanti, pregiudizi come dazio da pagare al prestigio della stirpe, aspettative pari al gene del talento che porti in dote.

Mediagol.it vi propone, all'interno della nuova rubrica settimanale “Figlio di” – che vedrà ripercorrere ogni martedì la storia di una nota famiglia che ha fatto la storia del calcio –, uno speciale focus sui principali 'figli d'arte' del mondo del calcio italiano e internazionale, che illustra la parabola, umana e professionale, sia di coloro che sono riusciti reggere il confronto con un cognome già prestigioso, sia di tutti quelli che non hanno emulato, pur provandoci, le gesta mirabili dei loro precedessori. Senza dimenticare tutti i figli del grande circo del pallone volutamente defilatisi dal centro della scena, quelli  che sono rapidamente scesi dal palco, scegliendo una strada diversa dai loro avi.

Sfoglia le schede per scoprire tutto sui protagonisti di questa settimana, gli uomini della famiglia Ancelotti.