palermo

Zoff: “Juve, non rivendicare gli scudetti di Moggi. Io e Buffon? Non mi sento inferiore”

Zoff: “Juve, non rivendicare gli scudetti di Moggi. Io e Buffon? Non mi sento inferiore”

L'intervista alla leggenda del calcio italiano, Dino Zoff: "Ecco come sono cambiate le mogli dei calciatori, il mio ricordo di Scirea e di Agnelli".

Mediagol40

Più arzillo che mai. A febbraio copierà 75 anni e di fronte alle domande poste dal Corriere della Sera non va in difficoltà, mai.

Dino Zoff non mostra titubanze nemmeno quando gli chiedono degli scudetti revocati alla Juventus nell'era di Calciopoli, nemmeno quando Aldo Cazzullo lo incalza sulla differenza tra le mogli dei calciatori di una volta e quelle attuali. "Mia moglie? Ha saputo starmi vicina e lontana. Oggi ci sono mogli di calciatori che rimproverano l’allenatore. Robe da matti. Wanda Nara fa anche la procuratrice", premette Zoff.

Le finali perse - "Ajax, 1973. Crujff l’avevo incontrato già nell’inverno del 1969 in Coppa Uefa, con il Napoli ad Amsterdam. La partita era stata rinviata per una tempesta di neve. Giocammo sul ghiaccio, con le scarpe da riposo per non scivolare. Ai supplementari ce ne fecero quattro. Fuori dallo stadio c’era un teatro tenda dove facevano “Hair”. Si capiva che il mondo stava cambiando. Amburgo, 1983. Dissero che avevo preso gol da 30 metri; ma era un tiro quasi dal limite dell’area. Adesso li chiamano eurogol; allora scrissero che ero cieco".

Scirea -"Dopo la finale del 1982 dovetti fermarmi per la solita conferenza stampa, tornai in ritiro con il furgone dei magazzinieri. Erano andati tutti a far baldoria. In camera trovai Gaetano: era rimasto ad aspettarmi. Festeggiammo con una sigaretta".

L'Avvocato - "Veniva negli spogliatoi nell’intervallo e non faceva nulla di quello che fanno di solito i presidenti: non incitava, non urlava; prendeva il caffè con noi. Un distacco presente. Faceva molte domande, tutte giuste. Capiva di calcio".

Gli arbitri -"Se ci aiutavano? Ma no. Non era facile giocare nella Juve: la squadra più odiata d’Italia. Firenze era una bolgia. A San Siro potevo resistere solo io: mi tiravano di tutto. Ogni volta rientravamo a Torino con i vetri del pullman rotti".

Gli scudetti di Calciopoli -"La Juve non fa bene a rivendicare i due scudetti revocati. Ci sono delle regole. Ci sono delle sentenze. Al processo ci fu un’autoaccusa della Juve. E Moggi è stato condannato dalla giustizia sportiva. Il secondo di quegli scudetti andava assegnato all’Inter? No. Se il campionato è falsato, è falsato per tutti".

Paragone con Buffon -"Gigi è esploso prima, io sono maturato col tempo. Ma certo non mi sento inferiore".