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Juventus, clamoroso Bonucci: “Ecco la verità sulla lite con Allegri, voglio diventare l’allenatore bianconero…”

Juventus, clamoroso Bonucci: “Ecco la verità sulla lite con Allegri, voglio diventare l’allenatore bianconero…”

Il difensore bianconero si racconta tra passato, presente e futuro: "Lasciare la Juventus è stato un errore, sogno di diventare un allenatore di una grande squadra"

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Parla Leonardo Bonucci.

Trasferitosi al Milan nel 2017 per una stagione - dopo 7 anni in bianconero -, e ritornato a Torino quest'estate, nell'ambito di uno scambio di cartellini con Caldara, il difensore della Juventus si è raccontato ai microfoni del Corriere dello Sport toccando diversi temi.

Di seguito, le sue dichiarazioni.

- Il ritorno alla Juventus. 

"Andare via mi era costato, ho lasciato amicizie, sicurezze. Avevo deciso in un momento di rabbia, è stato puro istinto: a mente lucida non l’avrei fatto. Col passare del tempo ho capito che l’unica cosa che volevo davvero era tornare. Rimettere piede nello spogliatoio - ha svelato Bonucci - è stato strano. Mi trovavo in un posto nuovo, ma era come se non l’avessi mai lasciato. La Juve è casa mia e in generale è una famiglia, non solo una squadra di calcio. Dal presidente al magazziniere, tutti ti fanno sentire a casa e lo hanno fatto anche dopo il mio ritorno. È stato bello girare la testa e vedere di nuovo Barzagli e Chiellini. La BBC è amicizia, armonia professionale e umana, sinergia: e in campo si è vista. Senza dimenticare la grande B di Gigi Buffon".

- CR7 e il sogno Champions League. 

"La società ha costruito una squadra che può competere contro le due/tre grandi d’Europa. E questo prescinde dall’arrivo di Cristiano Ronaldo o dal mio. Possiamo realizzare quel sogno, riportare la Champions dopo 20 anni: chiaro che con Cristiano il sogno diventa più credibile e realistico, ma sappiamo che dipende anche da altri fattori come fortuna, spirito di sacrificio e lavoro di squadra. È così che l’abbiamo sfiorata, è così che abbiamo vinto sette scudetti e quattro volte la Coppa Italia. Cristiano è un ragazzo umile e disponibile. Vederlo allenarsi con intensità e voglia, è uno stimolo per tutti. Cristiano può insegnare tanto: costanza, professionalità, presenza nello spogliatoio e in campo. E quando ce l’avevo contro, è stato il più rognoso di tutti. Infatti ci ha sempre messo in difficoltà, a Cardiff ad esempio. È una partita che vorrei cancellare del tutto, perché ci credevamo e ricordare fa male".

- Il rapporto con Allegri e l’ambizione di diventare un grande allenatore.

"Allegri è una persona intelligente, per questo sa gestire uno spogliatoio importante come il nostro. Il nostro conflitto? Può accadere che ci siano momenti di tensione, di discussione. Poi però ci si stringe la mano da persone mature, si chiarisce e si guarda verso lo stesso obiettivo. Io - ha aggiunto il bianconero -, voglio diventare un allenatore importante di una grande squadra, possibilmente della Juventus. Sto osservando e mettendo da parte tutti i segreti dei vari allenatori, poi cercherò di tirare fuori il meglio da me stesso. Tanti mi dicono che farò l’allenatore, io lo penso già da anni. Sarebbe bello continuare nel calcio così, magari nella mia Juve".

- L'esordio all'Inter.

"Diciamo che in quel momento, quando ho tolto la casacca che portavo sopra la maglia nerazzurra io non ho capito più niente. Eravamo a Cagliari, rammento che faceva un gran caldo. Non mi ricordo invece quello che mi disse l’allenatore, Roberto Mancini. Pensai soltanto ad entrare e giocare più facile possibile quei quattro cinque palloni che ho toccato. Però è stata una sensazione incredibile: una parte del sogno che avevo da bambino cominciava a realizzarsi".

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