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Mourinho rivela il suo metodo: “I miei discorsi pre-gara, sono legato a quello pronunciato prima di Barcellona-Inter”

Lo Special One racconta il suo approccio con i propri calciatori: "Per me la squadra sarà sempre più importante di ogni giocatore e per me la squadra è tutto e gli individui sono lì, come me, a servire la squadra e a dare il meglio per la...

Mediagol40

Mr. Psychology. José Mourinho racconta il proprio metodo, quello che gli ha permesso di farsi conoscere al mondo come lo Special One.

In un'intervista a 'Goal', l'attuale tecnico del Manchester United rivisita la sua carriera da manager sul piano della psicologia e del rapporto con i propri calciatori: discorsi alla squadra, linguaggio del corpo... tutto ciò su cui ha basato i suoi successi. "Amo quella sensazione". Quale? "Influenzare le carriere dei giocatori, le loro vite e di conseguenza le loro famiglie. Anche con alcuni che non lo dicono (pausa in cui sorride, ndr), ho la sensazione di aver avuto un'influenza positiva nella loro vita. Penso che sia il modo migliore per averli pronti a dare di più, perché a volte tutto non è abbastanza. Bisogna dare qualcosa in più di tutto e questo può essere ottenuto solo quando c'è un buon rapporto, si è vicini, si è più di allenatore e giocatore", dice l'allenatore portoghese.

Due giorni dopo il derby di Manchester perso per mano dello storico rivale, Pep Guardiola, Mourinho racconta cosa a suo parere rende grande un discorso alla squadra. "Prima di tutto io faccio una cosa perché credo che il messaggio deve essere breve e obiettivo - premette -. Così normalmente inizio a incontrare i giocatori, per parlare con loro tre giorni prima della partita. Ma normalmente io dedico l'ultimo incontro all'aspetto psicologico e motivazionale. Trattamento diverso per le star? Per me la squadra sarà sempre più importante di ogni giocatore e per me la squadra è tutto e gli individui sono lì, come me, a servire la squadra e a dare il meglio per la squadra. Così, a meno che una situazione particolare non richieda un 'tu per tu', io alleno squadre, non giocatori singoli e preferisco parlare con ognuno".

Come viene preparato un discorso alla squadra?"Solitamente mi preparo, specialmente nel pre-gara: lì puoi pensare, ripensare e studiare molto. Ma all'intervallo è una storia diversa: è più difficile, devi leggere e sentire la gara, i giocatori, ridurre l'imprevedibilità della partita... è molto più automatico ed istintivo. Mentre nel pre-partita hai un sacco di tempo: io penso all'influenza che posso avere sui giocatori con le mie parole e scelgo le parole giuste".

Il discorso pre-gara a cui è maggiormente legato?"Io ne ricordo una perché è stata una delle partite più importanti di quei giocatori: la semifinale di Champions League tra Barcellona e Inter. Dal 20' giocammo in 10 uomini e dovevamo tenere testa al Barcellona per più di un'ora con un uomo in meno. Resistere, difendere il 3-1 ottenuto nella gara d'andata a Milano e giocare con un uomo in meno in una semifinale di Champions League per così tanto tempo. Credo che il mio discorso abbia preparato i miei giocatori a fare quello che hanno fatto. 'Se sarà necessario morire sul campo per arrivare in finale, noi lo faremo per la squadra', dissi. E i giocatori giocarono quello che fu uno dei match storici della loro carriera".