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Inter, Medel: “Nessun trofeo alzato? Regnava la confusione. Suning? Meglio una proprietà italiana…”

Inter, Medel: “Nessun trofeo alzato? Regnava la confusione. Suning? Meglio una proprietà italiana…”

L'ex centrocampista nerazzurro, attualmente al Besiktas, ha ricordato i suoi trascorsi con la maglia dell'Inter

Mediagol93

Ho dato l’anima per l’Inter, ma che rammarico non aver vinto nulla. Lo volevo sin da piccolo, ho realizzato un sogno indossando quella maglia."

Queste le parole di Gary Medel, che ha dato addio all'Inter proprio quest'estate annunciandolo con un post emblematico dal suo profilo privato di Instagram. Nel corso di un'intervista rilasciata alla 'Gazzetta dello Sport', il mediano cileno ha raccontato la sua significativa esperienza in maglia nerazzurra: "Il vero problema per cui non abbiamo vinto niente è stata la confusione. È stata dura con tanti cambiamenti in corso. E per Suning non sarà facile stando dall’altra parte del mondo. Meglio una proprietà italiana, come Moratti. I tanti cambi in panchina sono una conseguenza della poca chiarezza, i risultati negativi nascono da lì. L’addio di Mancini fu pesante, se uno come lui lascia ad agosto… È un grande, con Bielsa il migliore. Nel 2015volammo fino a dicembre, poi il calo: di testa non eravamo pronti per stare così in alto".

Protagonista delle ultime tre infruttuose stagioni in nerazzurro Medel ha così commentato la corsa dell'Inter alla Champions League: "Una maglia così non è per tutti, c’è una certa pressione che devi gestire. E più passavano gli anni senza vittorie più questa aumentava. Sulla corsa alla Champions dico che la Roma si è ripresa, la Lazio non molla e il Milan sta recuperando. Non sarà facile, ma l’Inter deve farcela. Fallire ancora sarebbe pesantissimo. Spalletti è un grande tecnico, fu chiarissimo: “In difesa e a centrocampo voglio gente brava nel palleggio. A un incontrista come te non posso far promesse. Fai le tue valutazioni”. Ho nostalgia, ma con il Mondiale all’orizzonte, purtroppo poi sfumato, non ho potuto scegliere diversamente. Mipropose il ruolo di trequartista, ma adattarmi sarebbe stato difficilissimo".

Sui motivi che lo hanno spinto a scegliere il Besiktas, il cileno classe '87 ha chiarito: "C’erano anche Siviglia, Espanyol, Malaga e alcunu club messicani, ma questo è un top club che mi ha voluto fortemente. Tutto procede al meglio e a Istanbul la mia famiglia si trova a meraviglia. Non avrei mai potuto giocare ancora in Italia: per me c’è solo l’Inter".