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Candreva: “Non so cosa succede a questa Inter. Così facendo rischiamo di non arrivare nemmeno tra le prime 7 in campionato”

Candreva: “Non so cosa succede a questa Inter. Così facendo rischiamo di non arrivare nemmeno tra le prime 7 in campionato”

L'intervista all'esterno offensivo dei nerazzurri: "Con Icardi intesa a meraviglia: è bravo a ottimizzare i miei cross".

Mediagol40

Un'altra figuraccia, ancora in Europa League.

Dopo aver perso a San Siro contro l'Hapoel Beer Sheva, l'Inter di Frank de Boer si fa schiacciare anche dallo Sparta Praga. Vuole archiviare la topica di ieri e ripartire uno dei leader carismatici dei nerazzurri (anche se arrivato un mese fa), Antonio Candreva. "Cosa succede all'Inter? Non lo so, ieri un'altra figuraccia. In Europa League secondo me non abbiamo proprio giocato - dice amareggiato a Radio Deejay -. In campionato non siamo partiti benissimo, ma quantomeno abbiamo fatto vedere un bel calcio. Io pretendo sempre il massimo da me stesso. Non sono uno abituato a giocare da 6, voglio sempre migliorarmi. Così deve pensare tutta la squadra. Dove può arrivare questa Inter? Se noi giochiamo come ieri sera, non arriviamo neanche tra le prime sette (ride, ndr). Scherzi a parte, l'obiettivo dovrà essere quello di raggiungere la Champions League" ha proseguito Candreva, che poi ha analizzato il feeling con Mauro Icardi. "Con lui è più facile essere assistman? Sì, sono all'Inter da un mese o poco più e già ci intendiamo a meraviglia. E' un attaccante straordinario: è sì merito mio, ma è anche lui bravo a ottimizzare i miei cross", le parole dell'ex Lazio. "La mia svolta tattica è avvenuta con Petkovic? Sì, anche se forse un po' prima con Reja: negli ultimi mesi della stagione, mister Reja infatti mi provò da esterno alto e da quel momento in poi non mi sono mosso da quella posizione - ha aggiunto -. Non mi aspettavo di fare tutti questi gol negli ultimi campionati, non avevo mai avuto le caratteristiche del goleador: ero più uno che mandava in gol il compagno... poi ho scoperto che potevo tirare anch'io e che la precisione del calcio era nelle mie corde. Meglio così, i numeri mi danno ragione", ha concluso Candreva.