notizie

Giovanni Simeone: “Difficile convivere con la ‘grandezza’ di papà, ecco perché diventerò più forte di lui”

L'intervista al Cholito tra 'brain training', De André e il papà: "Perché papà è sempre papà".

Mediagol40

E' la sua settimana e, in attesa del ritorno sui campi da calcio di Pavoletti, è anche il suo periodo.

Giovanni Simeone è pronto a far ricredere tutti coloro che lo etichettavano solo come 'il figlio di...'. "Di mio padre sono fiero, lui è il mio sangue, la mia guida. Però io voglio essere solo Giovanni, niente più", la richiesta dell'ex Banfield durante un'intervista al 'Corriere della Sera' -. "Non è facile convivere con la grandezza di mio padre. Ecco perché diventerò più forte di lui. Devo provarci, devo dimostrare che, se sono qui, è solo per merito mio. Poi sarà quel che sarà. Cosa ha preso da lui? La garra, che è il modo nostro argentino di definire la determinazione, la cocciutaggine, la rabbia. Papà è un maestro ancora oggi. Avete visto l’altra sera in Champions contro il Bayern? Un capopopolo. Lui, la squadra, lo stadio: una cosa unica. È magia, quella, non è calcio". Quando tornerà Pavoletti perderà il posto? "Vedrete che farò di tutto per sfruttare la prossima occasione. La concentrazione è decisiva. E io ho i miei segreti. Tipo il 'brain training'. Diciamo che è una specie di videogioco che aiuta a migliorare attenzione e rapidità di pensiero. Con il mio iPad prima della partita mi metto lì mezz’ora. Da quando l’ho scoperto sono un altro giocatore". Quali obiettivi professionali? "Giocare nella Selecciòn deve essere una magia unica, ma io scelgo la Champions: a 14 anni mi sono tatuato il logo sul braccio. Papà si arrabbiò moltissimo". Ultima chiosa off-topic: sa chi è De Andrè? "Mi hanno detto che era un grandissimo cantautore, una specie di poeta, che nelle sue canzoni raccontava la gente semplice. E che era tifoso del Genoa".