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DOPO LA FINALE L’ADDIO Delio, mister dei rimpianti a Palermo come nella Lazio che vinse la Coppa Italia

DELIO ROSSI: DALLA LAZIO AL PALERMO, SOMIGLIANZE E CURIOSITA’ DI UN TECNICO AMATO DA GIOCATORI E TIFOSI. di Salvatore Orifici Come già annunciato diverse volte, la finale di Coppa.

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DELIO ROSSI: DALLA LAZIO AL PALERMO, SOMIGLIANZE E CURIOSITA’ DI UN TECNICO AMATO DA GIOCATORI E TIFOSI. di Salvatore Orifici Come già annunciato diverse volte, la finale di Coppa Italia che si giocherà domenica sera allo stadio “Olimpico” di Roma rappresenta un traguardo storico per il Palermo, l’ultima volta che i rosanero vi parteciparono risale a 32 anni fa. Quella di quest’anno, infatti, è la terza finale della storia della società rosanero. La prima finale, nel 1974, ha visto i rosanero sconfitti dal Bologna soltanto ai calci di rigore, dopo aver dominato in lungo e in largo il match durante i 90 minuti di gioco, passando in vantaggio con Magistrelli e raggiunti solo al 90° da un discusso rigore di Savoldi. Nella seconda occasione, nel 1979, i rosanero incontrarono la Juventus: contro ogni pronostico, rete al primo minuto del palermitano Chimenti, pareggio all’83° di Brio e gol vittoria di Franco Causio al 117° minuto dei tempi supplementari. Se, come detto, al Palermo manca la finale di Coppa da ben 32 anni, molto meno tempo ha dovuto attendere mister Delio Rossi. Molti ricorderanno, infatti, che l’allenatore rosanero ha già disputato nel 2009 la finale di Coppa Italia quando era l’allenatore della Lazio di Lotito, formazione che si aggiudicò il trofeo dopo la lotteria dei calci di rigore. Entusiasmante e simile a quello del Palermo era stato il cammino della formazione biancoceleste per arrivare all’atto finale contro la Sampdoria di mister Mazzarri. Dopo aver vinto la gara d’esordio contro il Benevento per 5 a 1 e quella contro l’Atalanta per 2 a 0, la compagine allenata da mister Rossi era attesa a San Siro dal Milan di Carlo Ancelotti, per una sfida alla vigilia proibitiva per i capitolini, così come lo era quella per i siciliani in questa edizione della manifestazione. Era partito bene il Milan, che con Shevchenko aveva aperto le marcature dell’incontro. Una Lazio mai doma, tuttavia, era riuscita a raggiungere il pareggio grazie ad un rigore realizzato da Zarate. Durante il match, tra l’altro, il Milan era rimasto in 10 uomini a causa dell’espulsione comminata a Emerson, imitato quest’anno dal collega Van Bommel. La partita andò oltre i tempi regolamentari e si risolse soltanto grazie ad un gol di Goran Pandev, che premiò gli sforzi della squadra di mister Rossi. Per i rossoneri, inoltre, si aprì una mini-crisi, visto che la giornata di campionato precedente li aveva visti perdere proprio al “Renzo Barbera” contro il Palermo. La Lazio arrivò in finale battendo prima il Torino ai quarti e poi la Juventus in semifinale. Avversario dei biancocelesti, come già detto, i blucerchiati di Mazzarri, che potevano schierare in attacco Giampaolo Pazzini, adesso in forza all’Inter e pericolo numero uno per la difesa rosanero. Fu proprio l’attaccante toscano, tra le altre cose, a segnare la rete che permise ai liguri di pareggiare l’iniziale vantaggio di Zarate. Ai rigori, infine, la vittoria andò alla Lazio, con Dabo a siglare il rigore decisivo sfruttando l’errore di Campagnaro. La speranza è che Rossi riesca a ripetere l’impresa che appena 2 stagioni fa compì alla guida della Lazio. Al termine della stagione, il mister lasciò la squadra per alcuni dissidi con il presidente Lotito, e dopo alcune giornate di campionato venne chiamato da Zamparini a sostituire Zenga. Il suo addio venne accolto con enorme dispiacere dai tifosi della Lazio, che ancora ricordano felicemente le stagioni con Rossi alla loro guida. Anche in questo, la storia del presente sembra prender spunto da quella del passato. La finale di Roma, infatti, potrebbe essere l’ultima partita di Rossi sulla panchina del Palermo.