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Curiosità: nasce la prima pompa di benzina del Napoli

Di Calogero Fazio.

Mediagol8

Di Calogero Fazio

Interessante iniziativa commerciale portata avanti dal Napoli Calcio in partenariato con Energas Q8. Ai microfoni di Radio Marte, il direttore marketing del colosso petrolifero kuwaitiano, Felice Piccolo, ha spiegato che: “le pompe di benzina del Napoli saranno circa 20 e saranno complete entro fine mese: saranno tutte tra Napoli e provincia, dislocate in varie zone. La colorazione sarà azzurra e presto partirà una raccolta punti per avere i prodotti ufficiali della squadra azzurra. Sarà possibile farlo solo da noi, ovviamente. Ci sarà una card che si chiamerà ‘Energia Azzurra’. In palio ci saranno i biglietti per il settore di Distinti sia per il campionato che per la Champions: la vincita sarà istantanea”.

Da pittoresche iniziative come quella di cui si ha notizia oggi, condotta in tandem dal Napoli Calcio con la Q8, è possibile vedere una sempre più spiccata tendenza delle società calcistiche a muoversi verso iniziative commerciali alle quali offrono il proprio marchio. L’alleanza fra pallone e marketing ha prodotto strategie di mercato sempre più peculiari, che mirano a capitalizzare sempre di più gli introiti delle società di calcio, nell’ambito di un’industria vera e propria, una macchina da soldi che fattura somme non indifferenti che vanno ad arricchire le proprie casse. Tale business, ovviamente, non può esaltare coloro che hanno una visione romantica del calcio, con valori ben diversi da quelli dominanti nelle contingenze attuali. Le iniziative di questo genere sono molteplici e spaziano in svariati settori di marketing, allo scopo di raggiungere un pubblico sempre più numeroso ed eterogeneo, sfruttando la passione sportiva di persone che non disdegnano di affiancare a prodotti di utilità quotidiana, il marchio del club che scalda loro i cuori e che ha regalato emozioni, spesso accompagnando il loro percorso di vita legandosi a ricordi indelebili.

In merito a ciò, come non pensare al calcio inglese, da cui proviene la moda di costruire stadi di proprietà della società che al mero utilizzo degli impianti per esibizioni sportive affiancano anche attività commerciali di ben altro interesse. A volte succede anche che si dà allo stadio il nome del proprio sponsor (come ha fatto l’Arsenal con il suo “Fly Emirates Stadium”). Una tendenza che proviene da quel genere di cultura è quella di fare in modo che il tifoso vada allo stadio non solo per seguire la partita della squadra del cuore, ma anche con la consapevolezza di trovare un’atmosfera che sostanzi una vera e propria “casa del club”, come ad esempio il museo tematico, con tanto di attività redditizie collaterali (come il negozio tematico, dove si vendono prodotti di merchandising) che assicurino entrate economiche al club, garantendosi la simpatia del proprio pubblico.

L’unico esempio italiano in questo senso è la Juventus, con il suo stadio costruito nel 2011 ed incentrato sul marchio storico della società torinese, allo scopo di garantirle introiti giocando sull’interesse dei tifosi. Questo modo di intendere lo sport è chiaramente importato dagli Stati Uniti. Paese dove sport, spettacolo e business vanno da sempre di pari passo, cercando di produrre lunghi show capaci di raggiungere milioni di persone con notevoli fatturati e commercializzando prodotti di ogni sorta. Il basket NBA o la NFL di football sono esempi paradigmatici di sport che crea business e corposi guadagni.

C’è però un aspetto che non può essere sottovalutato in questa tematica: quello di dare una mano a risollevare le sorti di zone economiche depresse. Periferie degradate che potrebbero trovare nello sport e nelle sue iniziative di marketing un sostegno per incanalarsi verso lo sviluppo economico, dando una mano ad ampie masse di persone che vivono difficili condizioni socio-economiche, escluse dallo spietato sistema economico attuale.

Anche qui a Palermo potrebbe essere utile per un gran numero di persone, se la società di Maurizio Zamparini implementasse iniziative di questo genere, ponendosi dalla parte delle necessità degli abitanti della città a cui il presidente ha legato i suoi destini calcistici e umani da più di un decennio, e contribuendone ad un rilancio che andrebbe oltre la mera questione sportiva e ne abbraccerebbe le speranze e i destini in senso lato. La costruzione del nuovo stadio, di cui il patron rosanero parla insistentemente da molti anni a questa parte (che dovrebbe sorgere nella degradata zona del quartiere ZEN di Palermo), può essere un discorso significativo di ciò.