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BALZARETTI SALE IN CATTEDRA: “Cavani è già pronto per l’Inter””Pato? Fuori perché aveva paura di me”

La redazione di "Mediagol.it" ha raccolto le dichiarazione di Federico Balzaretti, il quale ha parlato dell'impresa di San Siro contro il Milan, delle voci di mercato su Cavani, della convocazione di.

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La redazione di "Mediagol.it" ha raccolto le dichiarazione di Federico Balzaretti, il quale ha parlato dell'impresa di San Siro contro il Milan, delle voci di mercato su Cavani, della convocazione di Pastore in Nazionale e di qualche atteggiamento del pubblico che non è piaciuto alla squadra... Federico, quanto ha influito Delio Rossi nella vittoria di Milano contro i rossoneri? "Di Delio Rossi cè sicuramente qualcosa nella vittoria di Milano, ma mi sono ripromesso di non parlare più di allenatori. Ogni allenatore ha il proprio modo di lavorare, stiamo cercando di seguire i suoi metodi. Dopo i primi 45 minuti col Cagliari siamo usciti coi fischi, ora non siamo diventati degli eroi. Penso che bisogna solo continuare a lavorare. Non mi sembrerebbe giusto parlare del nuovo tecnico in modo da mettere in cattiva luce Zenga, con cui ho avuto un grandissimo rapporto e con cui mi sono trovato molto bene. Ogni allenatore ha i suoi metodi, se domani arrivasse Zeman e ci chiedesse di giocare con la difesa alta fino al cerchio di centrocampo noi abbiamo il dovere di mettere in pratica le sue indicazioni e il suo concetto di calcio". Alla fine del match contro il Cagliari, perché non siete andati sotto la curva a festeggiare la vittoria? "Finché la gente è civile può fare quello che vuole, paga il biglietto e se la squadra va male ha il diritto di fischiare. Aver vinto in rimonta col Cagliari, aver vinto a Milano è sintomo di un gruppo veramente forte, soprattutto la vittoria col Cagliari è stata forse la ripresa più importante e difficile mai fatta da quando siamo a Palermo. I risultati ottenuti nelle ultime due partite ci hanno confermato di essere un gruppo di una grandissima forza. Il non andare sotto le curve era un segnale per trasmettere che questo gruppo è forte e ha davvero gli attributi". Chi ha fatto, secondo te, la differenza per il Palermo nella gara contro il Milan? "Nel bene e nel male gli attaccanti fanno sempre la differenza, noi possiamo evitare di subire qualche gol, ma quando Miccoli, Cavani e Simplicio giocano in un certo modo sono determinanti. Credo che domenica tutti, nessuno escluso, abbiamo fatto una partita al massimo delle nostre capacità. E una partita che dobbiamo ricordare per come abbiamo impostato, ma penso che la gara col Siena sia ancora più difficile, almeno a livello psicologico. Bisognerà impostare la gara diversamente perché il Siena, pur giocando con tre attaccanti è una squadra più chiusa". Che ne pensi della complicata situazione dei rinnovi di Bresciano e Simplicio? "Io avevo detto in unaltra conferenza stampa che sarei felicissimo di vedere Bresciano e Simplicio rinnovare il loro contratto. Non so quanti giocatori così forti ci siano in giro. Nello specifico non so quanto chiedono, quanto gli è stato offerto... Sono situazioni, che aldilà della speranza di vederli ancora in rosanero, non posso valutare. Non so se siano vicini al rinnovo, penso però che a giudicare anche dalle interviste pare che siano convinti di rimanere". Federico, pensi ancora alla Nazionale con rammarico? "Linfortunio è venuto nel momento peggiore in chiave Nazionale, sono stato un po sfortunato, sto un po meglio adesso, sto giocando senza fastidi e senza dolori, se ci sarà spazio per me sarò certamente felicissimo, ma dormo bene anche la notte se non ci vado". Hai parlato con Cavani delle voci di mercato attorno a lui? E, secondo te, è pronto per l'Inter? "Con Cavani non ho parlato delle voci di mercato, semmai ho fatto i complimenti a lui e Bertolo perché dopo due giorni erano già in campo contro il Cagliari, se fosse successo a me non so cosa avrei fatto. Penso poi che in queste settimane abbia dimostrato tantissimo attaccamento alla maglia e abbia acquistato tanto agli occhi dei tifosi. Per lInter penso proprio che sia pronto, è già alla terza grande stagione". Che ne pensi della convocazione di Pastore nella nazionale argentina? "Ho fatto i complimenti a Pastore perché tra elogi e critiche è rimasto molto equilibrato. Quando cambi nazione un periodo di adattamento è da mettere in conto. Lui sta raccogliendo i frutti del suo lavoro. Col tempo è normale che le sue prestazioni lieviteranno, la squadra è felice della sua convocazione". Federico, c'è il pericolo che la sosta vi distragga per la partita contro il Siena? "Non cè il pericolo che la sosta ci distragga contro il Siena. Sappiamo tutti com è la classifica e sappiamo che se dovessimo vincere contro i toscani faremmo un bel balzo in avanti". Federico, da ex juventino quale sei, qual è il problema di questa squadra? "Io ho vissuto due Juventus diverse, la prima Juventus, quella di Capello, era una squadra senza punti deboli, una delle squadre più forti che ci siano mai state, la Juventus di Serie B era una squadra che partiva penalizzata ed era già prima a fine anno. Non conosco tanto bene questa Juventus, se non nei ragazzi che sono rimasti da allora, ma so che loro non molleranno mai. La Juventus, a prescindere dai giocatori che ha, è una squadra con la sua forma, il problema potrebbe essere stato quello di rinunciare a Iaquinta quasi allinizio, Nedved che si è ritirato. E comunque una Juventus diversa da quella di Capello della mia prima esperienza bianconera, aveva una decina di giocatori nella finale dei mondiali 2006. Penso fosse una delle Juventus più forti di tutti i tempi". Un'altra curiosità sulla gara di San Siro. Secondo te Leonardo non ha fatto giocare Pato per paura di lasciare la fascia scoperta alle tue sgaloppate? "No, è stato Pato a chiedere di non giocare perché cero io sulla sua fascia. A parte gli scherzi, ha sorpreso anche me questa scelta di Leonardo, ma non penso sia dipesa dalla mia presenza in campo, si sapeva che lattaccante aveva qualche problema fisico".