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Fallimento Cesena, parla Foschi: “Una ferita che non si rimarginerà mai. Il mio più grande errore…”

Fallimento Cesena, parla Foschi: “Una ferita che non si rimarginerà mai. Il mio più grande errore…”

Le dichiarazioni rilasciate dal direttore dell'area tecnica del Palermo: "In Romagna ho fatto plusvalenze vere"

Mediagol7

"Sono orgoglioso di quello che ho fatto in tutti questi anni in Romagna e non soltanto perché io, a Cesena, ero uno che faceva plusvalenze vere...".

Lo ha detto Rino Foschi, intervistato ai microfoni di 'Tutto Cesena'. L'attuale direttore dell'area tecnica del Palermo, ex dirigente del Cesena, è tornato a parlare del fallimento del club dell'ex patron Lugaresi. Di seguito, le sue dichiarazioni.

"Se credevo al ‘famoso’ piano di ristrutturazione del debito ideato da Lugaresi & Company? Assolutamente no! Non ci credevo! Ho sempre pensato che l’Agenzia delle entrate non avrebbe mai dato il proprio ok a quel complicato piano di risanamento. Ed è proprio per questo che, lo scorso 28 maggio, seppur a malincuore, con una lettera ho deciso di lasciare definitivamente il mio incarico a Cesena. Non c’erano più i presupposti per andare avanti. Con quel crac è come se fosse morta una parte di me. Io ero, sono e resterò il più grande tifoso del Cesena. Cesena è... casa mia. Per il Cesena ho sempre dato il 100%. Anzi, il 200%. Per dare una mano al Cesena, per cercare di salvare la baracca bianconera dal naufragio, in tutti questi anni ho rinunciato anche a contratti importanti già firmati con il Genoa e il Palermo. Ho passato centinaia di notti insonni. Ci ho rimesso la salute. Ma quel maledetto fallimento ha spazzato via tutto, all’improvviso", sono state le sue parole.

LE PLUSVALENZE -"Non ho evitato un fallimento, ma più fallimenti! La prima volta già nel lontano 2002, quando riuscii a cedere Santoni al Palermo a un prezzo a dir poco maggiorato. In più di un’occasione ho usato le mie amicizie, le mie storiche conoscenze, i miei ‘crediti sportivi’ maturati nella mia lunga carriera, per tenere in vita il Cesena, per aiutare Giorgio Lugaresi. Quanti affari ho fatto con l’Atalanta del mio amico Percassi, col Sassuolo di Squinzi, col Genoa di Preziosi!? Tanti, tantissimi. Io signori, a Cesena ho fatto più di 25 mln di plusvalenze. Plusvalenze vere. Reali. E sottolineo con forza la parola ‘reali’. Non scordatevi dei Defrel, dei Sensi, dei Djuric, dei Ragusa, dei Ciano, dei Garritano. Lo dico a testa alta: io sono orgoglioso di quello che ho fatto a Cesena in tutti questi anni, con il massimo impegno personale e professionale".

RIMPIANTI - "Nell’estate del 2017 ho speso troppi soldi? In quel mercato ho speso qualcosa in più rispetto al budget perché mi sono portato a casa anche dei giocatori a parametro zero che, per venire da noi, ‘spingevano’ forte sul loro stipendio. Ma credetemi, non abbiamo sforato più di tanto. E comunque mi piace sottolineare con forza il fatto che io, alla fine, lo scorso maggio mi sono salvato sul campo. Se proprio volete sapere qual è il mio più grande rimpianto in bianconero ve lo dico. Nel 2014, quando con Bisoli siamo andati in A dopo la finale play-off di Latina, avrei dovuto costruire una squadra con più giovani e con meno giocatori navigati. È lì che ho sbagliato strategia. In soldoni: avrei dovuto spendere la metà di quello che poi abbiamo speso. Sì, esattamente la metà. Così, se fossimo retrocessi, sarebbe cambiato poco o nulla. Se invece ci fossimo salvati il futuro del Cesena avrebbe potuto subire una svolta decisiva. Di certo, la scorsa estate, sul mercato avremmo potuto fare tanti bei soldini sia con Dalmonte che con il baby bomber Moncini. La vita, comunque, non si fa né con i ‘se’ né con i ‘ma’. Ormai è inutile fare questi discorsi. Il mio vecchio Cesena non c’è più. E questa ferita non si rimarginerà più. Mai più...", ha concluso Foschi.