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Paganese-Catania: all’orizzonte il baratro senza vie di fuga

Per tutta la stagione il ritornello è stato sempre lo stesso: “il Catania è artefice del proprio destino”; adesso invece qualcosa è cambiata, adesso al Catania serve solo ed esclusivamente un miracolo. Questo il responso del campo...

Redazione

Per tutta la stagione il ritornello è stato sempre lo stesso: "il Catania è artefice del proprio destino"; adesso invece qualcosa è cambiata, adesso al Catania serve solo ed esclusivamente un miracolo. Questo il responso del campo dopo il pareggio scialbo, inconsistente, inutile rimediato in quel di Pagani contro una squadra cattiva e determinata, ma falcidiata da infortuni e squalifiche. Nonostante ciò gli etnei non sono andati oltre ad un palo colpito da Plasmati a porta vuota dopo un regalo dell'estremo difensore avversario, preferendo evitare reti al passivo piuttosto che cercare di conquistare la salvezza.

Del resto la radiolina si era rotta ben presto. Il vantaggio del Monopoli e la rete del Catanzaro avevano fatto sussultare in panchina già nei primi minuti della prima frazione, ma la reazione in campo non si è vista. Una sensazione quasi di attesa, con la speranza fondata sul pareggio dell'Ischia piuttosto che sulla possibilità di passare in vantaggio da parte degli etnei. Un'innata impotenza che ha caratterizzato tutto il 2016 di Calil e compagni, capaci di vincere solamente quattro volte, bloccati sul pari in altre sette occasioni e usciti sconfitti dal rettangolo di gioco addirittura sei volte.

Difficile, anzi quasi impossibile fare peggio di così per una squadra che adesso sembra essere veramente condannata ai play out. A novanta minuti dal termine, infatti, l'unica combinazione possibile è rappresentata da una vittoria del Catania al Massimino contro la Fidelis Andria e una 'non vittoria' di almeno una delle due contendenti alla salvezza. Peccato che il Catanzaro dovrà affrontare in casa il Melfi, ormai condannato ai play out, e il Monopoli andrà a fare visita ad un Matera privo di motivazioni.

Inutile chiedere impegno e rispetto del campionato. Il Catania ha buttato la salvezza quando ormai era nelle sue mani e adesso non serve neanche piangere sul latte versato. E' necessario solo ed esclusivamente un esame di coscienza da parte di tutti. Dei giocatori, statue di cera brave solamente ad occupare la propria metà campo, prive di anima e orgoglio; dei dirigenti che dopo un'ottima estate hanno dimostrato enormi limiti di gestione; e soprattutto della proprietà che rimane appesa al filo chiamato cessione.

La confusione regna sovrana e non c'è chiarezza neanche da parte dei possibili acquirenti che adesso sembrano tirarsi indietro perchè in Lega Pro non è possibile tesserare giocatori messicani. Beh siamo proprio alla frutta. Il teatro dell'assurdo è in scena a Catania da ormai tre anni, ma se fino a poco tempo fa nonostante tutto riusciva a far registrare il tutto esaurito, adesso la platea si è stancata ed è satura di certi spettacoli. Il baratro è vicino e all'orizzonte non si vede alcuna via di salvezza.