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Messina-Catania 0-0: un punto, zero spettacolo e rossazzurri da ritrovare

Finisce senza né vincitori né vinti il derby fra Messina e Catania, con il timore di farsi troppo male che ha prevalso sulla voglia di dare una decisa sferzata al proprio campionato. Due visioni leggermente differenti però perchè se gli uomini...

Redazione

Finisce senza né vincitori né vinti il derby fra Messina e Catania, con il timore di farsi troppo male che ha prevalso sulla voglia di dare una decisa sferzata al proprio campionato. Due visioni leggermente differenti però perchè se gli uomini di Di Napoli possono mettere a referto il decimo risultato utile in undici giornate (unica sconfitta contro il Foggia), altrettanto non si può dire per gli etnei, che non conquistano i tre punti dal trenta ottobre (3-2 contro il Martina Franca) e che in trasferta hanno racimolato appena un punto nelle ultime quattro gare. Insomma un trend deficitario, se non in assoluto, almeno rispetto all'inizio scoppiettante, visto che la media di oltre due punti a partita mantenuta fino all'ottava giornata è scesa adesso a 1,7.

Insomma il campionato del Catania piano piano rischia di ridimensionarsi, non tanto rispetto alle parole di dirigenti e staff tecnico (l'unico obiettivo è sempre stato solamente la salvezza), ma piuttosto rispetto alle potenzialità dell'organico e alle speranze dei tifosi. Attualmente il primo posto dista sedici lunghezze e l'ipotesi forse più rosea riguarda i play off. Va bene ridimensionare le aspettative non è un problema visto che il tifoso etneo, in forma diversa, lo fa ormai da tre anni; ma l'importante è che anche venendo meno l'entusiasmo della piazza il gruppo non perda quell'unità e quella compattezza che comunque potrebbero essere la base di un progetto plurinnale.

Oggi, dopo undici giornate, bisogna inevitabilmente tirare le somme e capire che la squadra sta vivendo un momento di flessione causata da diverse concause. In primis un limite fisico, dettato non tanto da una condizione calante, quanto dai numerosi infortuni. Gli stop di Bastrini, Musacci, Castiglia, Plasmati, Ferrario, Falcone e Russotto, anche se con tempistiche diverse, hanno alterato il processo di creazione della fisionomia della squadra. In più le assenze hanno evidenziato come non tutti i giocatori della rosa siano equivalenti e tutti 'titolari'. Ad aumentare i problemi di Pancaro sono poi gli avversari, con i tecnici che sembrano aver capito come arginare il gioco degli etnei creando vere e proprie gabbie sugli esterni, utili per limitare l'estro dei vari Calderini, Russotto, ecc...

Risultato? Ennesima partita scialba, poca incisività, poco dinamismo e zero emozioni. L'unico dato confortante riguarda la difesa che è riuscita a mantenere la porta inviolata. Evento che non avveniva, considerando campionato e coppa, da bene sei gare. Stringere i denti dunque è l'imperativo d'obbligo, perchè la stagione è in salita e tutti ne erano consapevoli. Le tre vittorie consecutive delle prime giornate erano diventate forse fette di prosciutto da utilizzare per impedire la vista, ma ora la realtà è tornata chiara e limpida. Il Catania ha una squadra eccezionale, il lavoro di Pancaro è ottimale, ma la penalizzazione c'è, gli avversari anche; e la promozione non è assolutamente un finale scontato.