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Martina Franca-Catania 1-0: le gambe tremano e gli spettri aumentano

Tutto cambia per non cambiare niente. E’ questo il messaggio ‘gattopardiano’ che lascia in dono la sesta sconfitta stagionale del Catania, maturata sul campo non certo inespugnabile del Martina Franca. L’addio di Pancaro e...

Redazione

Tutto cambia per non cambiare niente. E' questo il messaggio 'gattopardiano' che lascia in dono la sesta sconfitta stagionale del Catania, maturata sul campo non certo inespugnabile del Martina Franca. L'addio di Pancaro e l'arrivo di Moriero aveva creato qualche falsa speranza in vista del match domenicale, disattesa però dalla prestazione dei rossazzurri, come sempre abulici e privi di idee.

Per carità, essendo arrivato mercoledì, di responsabilità il neo tecnico ne ha ben poche, ma almeno questa gara ha reso ancora più evidenti due aspetti: la squadra non giocava male a causa di contrasti con Pancaro; il problema è più grave del previsto. Partiamo dalla seconda considerazione, questo organico è in piena crisi di identità e le maggiori difficoltà sono di natura mentale. Ecco perchè il lavoro di Moriero necessita di tempo e deve puntare sull'orgoglio, sul senso di unità di un gruppo attualmente allo sbando. Anche a Martina i giocatori scesi in campo hanno totalmente sbagliato l'approccio alla gara, dimostrando di non aver del tutto compreso di rischiare realmente la retrocessione fra i dilettanti.

Tutte le dirette concorrenti corrono, ringhiano e vendono cara la pelle. Il Catania no. Perde o al massimo pareggia, evidenziando un costante encefalogramma piatto. A parlare chiaramente del resto sono i numeri del Catania nel 2016. Otto punti in nove gare; una sola vittoria e addirittura appena tre reti all'attivo, con un'astinenza dal gol che dura da 470 minuti. Se questo non è un rendimento da retrocessione, di cosa si tratta?

Un vortice negativo, lo stesso forse anche se con dinamiche differenti che ha inglobato gli etnei nelle ultime due stagioni. Ancora una volta sotto la lente di ingrandimento la gestione dei giocatori e dell'allenatore, e dunque in generale l'operato della dirigenza che adesso ha deciso per un ritiro ad oltranza. Sono tanti i dubbi e i perchè che oggi attanagliano la testa del tifoso rossazzurro, ma per adesso di risposte neanche l'ombra, nè per quanto riguarda il campo, nè sul futuro del club. Non resta che aspettare, con la speranza di non entrare nella storia con la terza retrocessione in tre anni.