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Catania-Juve Stabia 1-1: la patata è ancora bollente

Una piccola scossa durata trenta minuti; un’altra di assestamento di pochi minuti, ma nessun cambiamento sostanziale nell’universo rossazzurro. Si potrebbe riassumere così l’ennesimo pareggio rimediato dal Catania in una partita...

Redazione

Una piccola scossa durata trenta minuti; un'altra di assestamento di pochi minuti, ma nessun cambiamento sostanziale nell'universo rossazzurro. Si potrebbe riassumere così l'ennesimo pareggio rimediato dal Catania in una partita che doveva rappresentare la svolta dopo l'arrivo sulla panchina di Moriero e la settimana di ritiro a Torre del Grifo. Invece niente, una classifica che latita e tante, tantissime occasioni sprecate.

Se proprio di terremoto vogliamo parlare, il vero sussulto in realtà è arrivato dagli spalti. Prima un deserto irreale, un minimo storico che ha riportato la mente ai primi anni novanta; poi a fine partita i fischi e la contestazione di quei pochi sostenitori presenti al Massimino. Un quadro che ben rappresenta il momento vissuto dalla piazza che ad oggi sta rispondendo alla squadra con il peggiore dei sentimenti: l'indifferenza. Del resto questo atteggiamento era tutto sommato ipotizzabile: da tre anni in fondo alle varie classifiche; due retrocessioni; rischio di dilettantismo e per di più un futuro ancora incerto per quanto riguarda le casse dell'attuale proprietà ed un'eventuale cessione.

Ecco perchè, forse, l'unico modo per non farsi del male è allontanarsi. Ma a che prezzo? La mancanza di sostegno o anche di contestazione in questo momento rischia di lasciare la squadra in quello stato di apatia che ne ha caratterizzato la seconda parte di stagione, con l'aggravante che adesso le partite da disputare sono sempre di meno e lo spauracchio play out sempre più incombente.

E' vero, la prima frazione disputata contro la Juve Stabia non è stata la solita noiosa telenovela pomeridiana. Trenta minuti giocati con intensità, idee chiare e creando numerose occasioni da rete. Purtroppo però non basta. La fragilità degli etnei è ancora tangibile ed è emersa dopo il gol del pari degli ospiti. Un'occasione, un gol, e la testa che prende il largo. C'è ancora tanto da lavorare, Moriero ha accettato una patata bollente, anzi ustionante, ma forse neanche lui pensava di trovare un gruppo così depresso.

Soluzioni? Difficili da ipotizzare. Il calendario non è favorevole con i derby con Akragas e Messina; le sfide con Foggia e Benevento e lo scontro diretto contro il Melfi. Sulla carta gli impegni più agevoli sarebbero quelli contro Lupa Castelli, Paganese e Fidelis Andria, ma questo Catania ha dimostrato di essere capace di perdere, o meglio pareggiare, con chiunque. Chi vivrà, vedrà... Anche se la partita più importante è sempre quella che si giocherà nelle stanze dei bottoni per capire quale sarà il proprietario del Catania in vista il futuro.