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Catania-Cosenza: un punto agrodolce in attesa del Catanzaro

E anche questa è fatta! No, non si tratta di un esame universitario, ma dell’ennesima gara ravvicinata ed infrasettimanale disputata dal Catania, che in una partita dominata contro il Cosenza non è riuscito ad andare oltre il pari. Le...

Redazione

E anche questa è fatta! No, non si tratta di un esame universitario, ma dell'ennesima gara ravvicinata ed infrasettimanale disputata dal Catania, che in una partita dominata contro il Cosenza non è riuscito ad andare oltre il pari. Le sette fatiche di Ercole sono quasi giunte al termine, perché quella contro i calabresi è stata la quinta gara giocata in appena due settimane, ed era fisiologico ed inevitabile assistere ad un netto calo fisico soprattutto nella ripresa. Nonostante ciò gli etnei hanno dimostrato ancora una volta una mentalità propositiva e da grande squadra, mantenendo il possesso del pallino per tutti i novanta minuti e rischiando qualche brivido solamente su una sporadica incursione di Raimondi.

Un possesso palla vicino all'ottanta per cento non può essere sottovalutato. Certamente questa superiorità territoriale è stata favorita anche dall'atteggiamento quantomai rinunciatario degli ospiti, ma quante volte assistiamo a partite in cui le squadre più forti, al cospetto di compagini oltremodo difensiviste, non riescono a creare occasioni da rete? Beh mercoledì non è andata proprio in questo modo. Cinque, sei sono state le nitide occasioni da gol create dagli uomini di Pancaro che in più di una circostanza si sono ritrovati a tu per tu con Perina senza riuscire mai a gonfiare la rete. Grandi meriti e applausi all'estremo difensore avversario, un pizzico anche di sfortuna, ma quanta responsabilità ha il pacchetto offensivo rossazzurro?

E' proprio questa la domanda che in tanti si sono posti ieri dopo il triplice fischio finale, con il nome di Calil che rimbalzava da una bocca all'altra. Se tutto quadra in questa squadra, in effetti, c'è solamente ancora un nodo da sciogliere e riguarda proprio il centravanti proveniente da Salerno, e la sua vera natura. Tanto sacrificio, discreta tecnica, ottima conclusione dalla distanza; ma non sembra essere una vera e propria prima punta. Il gioco espresso mercoledì dal Catania, fatto di sovrapposizioni e continui cross dal fondo, avrebbe avuto bisogno di un rapace d'area di rigore pronto all'appuntamento con il gol. Questo tipo di giocatore non sembra essere Calil. Ecco perché i dubbi sorgono non tanto sulla bontà del giocatore, ma sul suo utilizzo; considerando che nella ripresa, venendo maggiormente in mezzo al campo, è entrato con più convinzione nel vivo della manovra, rendendo più utile il suo contributo.

Se è vero dunque che il giocare bene consente di crescere come collettivo, è altrettanto vero però che per scalare la classifica servono punti pesanti, e questo pareggio interno per certi veri lascia il palato un po' amaro. Il classico bicchiere non troppo colmo di acqua, ma nemmeno così vuoto; perché nonostante la mancata vittoria, sono arrivati a cinque i risultati utili consecutivi con undici punti e virtuale primo posto in classifica. Un punto che potrebbe però ancora diventare se non d'oro, almeno d'argento, perché la valutazione di questo zero a zero dipenderà dalla prossima sfida in casa contro il Catanzaro. In caso di vittoria, gli etnei sarebbero nuovamente proiettati entusiasticamente verso l'impresa, ma se non dovessero arrivare i tre punti, si parlerebbe di clamoroso al Cibali. Il classico crocevia che Russotto e compagni imboccheranno a tutta velocità, ma facendo attenzione a non schiantarsi; in attesa poi di regolarizzare il proprio cammino con un calendario finalmente 'normale'.