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De Zerbi: “Palermo e Benevento scelte che rifarei. Sono uno che rompe le scatole…”

De Zerbi: “Palermo e Benevento scelte che rifarei. Sono uno che rompe le scatole…”

L'intervista rilasciata dall'ex tecnico del Palermo, Roberto De Zerbi: "Io in B a Benevento? Vedremo..."

Mediagol7

"Ero un rompipalle da calciatore e lo sono, ancor di più, da allenatore. Se fossi un calciatore non vorrei un tecnico come De Zerbi".

Parola di Roberto De Zerbi. L'ex tecnico del Palermo, oggi al Benevento, è stato intervistato da 'La Gazzetta dello Sport'. Diversi sono stati i temi trattati dal coach originario di Brescia: dalle esperienze maturate negli ultimi due anni in Serie A, al suo concetto di calcio.

"Palermo e Benevento? Rifarei queste scelte, soprattutto Benevento, dove ho legato subito con il presidente Vigorito, persona di alto livello. Sto benissimo, abbiamo lavorato con unità di intenti al progetto tecnico-societario. Ripartire, nel caso, in B col Benevento? Vedremo, bisognerebbe fare una squadra forte e, ancor prima, valutare quanto sia pesante ricominciare nello stesso ambiente dopo una retrocessione - ha dichiarato De Zerbi -. Perché poi, a luglio, non parti 'vergine'. Mi sarei salvato se avessi iniziato il campionato con l'organico allestito al mercato di gennaio? E' tutto da dimostrare, però sarebbe cambiato tanto, considerati i rinforzi arrivati. Gli allenatori incidono su un gruppo, ma dipendono dalla qualità dei calciatori. Ho rilevato un Benevento che aveva paura di vincere. Ho cercato soprattutto di trasmettere coraggio. Ricerco un calcio equilibrato, con modalità difensive non tradizionali. Facendo partire il gioco dal basso, i vantaggi sono maggiori: se hai qualità lì davanti, la palla gliela devi fare arrivare 'pulita' e non alta e sporca. Da allenatore non ho ancora vinto eppure da due anni sono in Serie A? Di Allegri non si dice che ha perso le finali. E Sarri, se arriva secondo dopo aver lottato sino in fondo con la Juventus, per me, è come se avesse vinto".

SU ZEMAN... -"Spesso il mio calcio è accostato a quello di Zeman? Zeman è un grande maestro, la sua conoscenza di calcio resta unica. Ma, rispetto alla mia idea, il suo gioco è più verticale ed è codificato. Io preferisco far tenere quanto più è possibile la palla tra i piedi dei miei calciatori. Io e Zeman siamo agli opposti. Tento di capire quale è la strada migliore per arrivare al risultato. Ma non sono certo il depositario della verità. Se sul mio calcio c'è il marchio di qualche allenatore? Pasquale Marino, col quale ho lavorato nel 2003. Già allora, era avanti di molti anni rispetto ai suoi colleghi, proponeva qualcosa di nuovo. I tecnici che stimo di più? Guardiola, che è di un'altra categoria, il più geniale: il Bayern del suo secondo anno è stata la massima espressione di calcio, in assoluto. E poi Bielsa, Gasperini, Tuchel, Luis Enrique, Paulo Sousa, che ho votato per la 'Panchina d'Oro', Spalletti, Sarri e Giampaolo ma anche Favre, Schimdt e Nagelsmann. Come squadra, il Napoli sta proponendo il gioco più bello degli ultimi anni. E apprezzo anche la Lazio: è difficile preparare la partita in fase difensiva contro la formazione di Inzaghi, non sai mai dove andare a prenderli, sono abili a giocare in spazi diversi".

PROSSIMO CT -"Chi metterei come allenatore dell'Italia? Considero Di Biagio all'altezza. Poi Mancini, Ancelotti e Conte, con diversi progetti, sarebbero comunque commissari tecnici ideali", ha concluso.