notizie

Atalanta, Cristante: “Al Milan posso solo dire grazie. Esordio in Champions? Ibra mi tranquillizzò. Il mio sogno è…”

Atalanta, Cristante: “Al Milan posso solo dire grazie. Esordio in Champions? Ibra mi tranquillizzò. Il mio sogno è…”

Intervista a tutto tondo a Bryan Cristante, che si esprime su Milan, Gasperini, e su un sogno che coltiva da tempo

Mediagol8

In vista del match di oggi tra Milan e Atalanta, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport Bryan Cristante, cresciuto nelle giovanili rossonere e ora alla Dea. 

Cristante è esploso quest'anno sotto la gestione di Gasperini, dopo aver militato per un breve periodo in Benfica, Palermo e Pescara. Proprio sul tecnico, dichiara: "Tra 10 anni dirò: Gasperini mi ha fatto diventare Cristante. Per lui dimostrare che i giovani possono e devono giocare è una specie di missione. Poi all'Atalanta c'è la cultura della pazienza. Qui ho avuto una sensazione mai provata prima, neanche al Milan e al Benfica: far parte di un progetto. Anzi, essere io un progetto su cui investire e lavorare a 360 gradi". Poi, svela di non provare alcun rancore con i rossoneri per non aver creduto in lui: "A Gattuso e al Milan posso solo dire grazie. Mi hanno preferito giocatori già pronto. Il mio agente e Galliani si sono fatti delle gran litigate, ma mi hanno lasciato libero di crescere altrove".

Successivamente svela un retroscena riguardo il suo esordio in Champions proprio con i rossoneri: "Il sabato prima di Praga giocai con la Primavera, poi arrivò Dolcetti e mi disse 'Vai a Milanello, c'è da preparare la gara di Champions'. Rifinitura e a casa, pensai io, invece mi ritrovai convocato e sull'aereo con tutti gli altri. Durante la partita poi, Mentana mi disse di scaldarmi, Ibra accanto a me mi tranquillizzò 'Sarà facile, sereno'. Entrai e corsi a tutto campo, dove capitava, non volevo fermarmi mai". Infine, il centrocampista nerazzurro, confessa di avere un sogno nel cassetto: "Alla fine di un torneo di Viareggio mi dissero che c'erano degli osservatori del Chelsea per me. La Premier League era un sogno allora come oggi e spero sia una realtà domani. In tanti mi dicono che è il campionato perfetto per me e sono d’accordo: fisicità, contrasti, calcio aperto. Sì, mi ci vedo bene. Tanto più al momento giusto".