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John Terry racconta Mourinho: “È il migliore con cui ho lavorato, grazie a lui voglio diventare un allenatore…”

John Terry racconta Mourinho: “È il migliore con cui ho lavorato, grazie a lui voglio diventare un allenatore…”

John Terry, ex difensore del Chelsea, ha rivelato alcuni retroscena del periodo in cui i Blues erano allenati da Josè Mourinho.

Mediagol22

John Terry, giocatore inglese che ha trascorso, a partire dalle giovanili, ventidue anni della sua carriera al Chelsea e che si è trasferito, durante il mercato estivo, all’Aston Villa, ha descritto in un’intervista rilasciata a The Coaches’ Voice le stagioni durante i quali i Blues erano allenati da Josè Mourinho.

Il difensore classe 1980 ha rivelato di aver annotato in un bloc-notes le parole dello Special One sul campo e non solo.

Dopo alcune sessioni di allenamento, sono andato a prendere un block-notes e ho iniziato a scrivere. Scrivevo quello che diceva nelle riunioni con la squadra, quello che diceva prima di una partita e quello che diceva alla stampa. A volte entravamo nello spogliatoio dopo una sessione di allenamento e scrivevo tutto ciò che avevamo appena fatto. I ragazzi mi guardavano come per dire: ‘Cosa stai facendo? Nessun altro lo sta facendo’, ma ero incuriosito.

Il difensore, inoltre, ha elogiato i metodi dell’attuale tecnico del Manchester United e ha rivelato di ispirarsi a lui per diventare, in futuro, un buon allenatore.

Un paio di volte sono rimasto fuori per infortunio. José entrava nello spogliatoio e non mi parlava neanche. Andava in giro e parlava con tutti, usciva dalla stanza e mi lasciava lì. Giuro, come capitano della squadra ero lì a pensare: “Perché non mi ha parlato?” Ho detto al fisioterapista: “Domani mi alleno. Non posso stare con l’allenatore che non mi parla”. Lui sapeva esattamente cosa stava facendo. Sapeva come premere i miei pulsanti, ma sapeva anche quando farmi una coccola, quando dirmi che ero il migliore, quando dire alla stampa che io, Frank, Didier, Petr, Ashley eravamo i migliori giocatori nel mondo. Eravamo i migliori al mondo? Probabilmente no. Ma ti faceva sentire come se lo fossi. Quello era José. È il migliore con cui abbia mai lavorato, e il motivo per cui voglio essere un allenatore.